DOGS FOR BREAKFAST – The Sun Left These Places
I Dogs For Breakfast sono un trio proveniente da Cuneo, attivi dal 2009 e con un Ep alle spalle. Quest’anno si ripresentano con l’album di cui il titolo dice già tutto, ‘The Sun Left These Places’… per Subsound Records.
Sin dall’inizio del disco, con ‘January 21’, la band si mostra molto convincente, pestando senza pietà i sistemi uditivi dell’ascoltatore. Una miscela sonora tra crossover e postcore aggressiva e travolgente, con cambi di tempo repentini e atmosfere malsane. Un filo sonoro di tensione unisce le dieci tracce di questo album, seppur ognuna di esse riesca a costruirsi un proprio spazio.
Volendo fare un esempio… immaginate gli Unsane che jammano con alcuni membri dei Neurosis e Meshuggah, cercando di creare qualcosa di nuovo, seppur qualche influenza delle rispettive band venga fuori… ecco questo potrebbe farvi capire grosso modo cosa contiene ‘The Sun Left These Places’.
A momenti “riflessivi” e disperati di matrice post ed influssi dal retrogusto stoner si alternano attimi infuocati. La prima citata opener è, insieme a ‘The Lady’, tra i momenti più fragorosi. La band non necessita di giungere a tempi forzatamente mitraglianti per demolire, poichè lo fa con pesantezza sonora, donata dai possenti riff ed un granitico groove che fa capolino dietro alcuni angoli.
Non mancano neanche soluzioni noiseggianti, come in ‘Vision’, che vi avvolgerà con un che fare ipnotico e fortemente malsano. Dunque avrete capito che parliamo di una band che delle etichettature se ne fa un baffo. Impossibile racchiudere tale creatività in una predefinita corrente sonora. Per questo pezzo occorrerà un ascolto ripetuto, per assaggiarne pienamente l’essenza, per via di alcuni frangenti che ad un primo ascolto potrebbero risultare un po’ caotici, ma è solo una questione di assorbimento musicale.
Durante tutto l’ascolto ci sono alcuni punti dove vengono in mente, per determinati aspetti, alcuni aloni Entombed-iani. Mentre non mancano rallentamenti di matrice sludge e soprattutto non mancherà mai un forte senso di rabbia, donata dalle linee vocali nevrotiche, che attorcigliate ad un sound psicotico non mancheranno dal trasportarvi in un mondo musicale deviato e granitico.
Allucinata ‘Tsaatan’, da brividi (alcuni influssi da certi momenti Meshuggah-niani, non mancano)! Pezzo dove l’animo noise, già mostrato in ‘Vision’, si farà un po’ più marcio. Come un proseguo arriva ‘Red Flowers’ che si amplia, sonoricamente, a certe melodie di pagana memoria, seppur si resta oppressi nell’oscurità citata pocansi. Momenti più marcatamente metalcore/crossover in ‘The Chariot Of Death’ e ‘Pull The Plug’.
Che dire di più? Per gustarsi le qualità dei Dogs For Brekfast occorre che vi procuriate questo ‘The Sun Left Places’ e farvi travolgere dal genio malato dei musicisti (ricordandovi che “Il Sole ha lasciato questi luoghi”). Da sottolineare la prefetta produzione che supporta le composizioni, anche se ormai basta leggere Subsound Records dietro un disco per avere la garanzia di tale qualità.
E dopo aver terminato questo allucinante viaggio non posso non suggerirvi quantomeno un ascolto. Di certo non un lavoro aperto alla totalità di massa, ma sicuramente un opera che farà la felicità della gente più marcia e dalle ampie vedute che affolla il popolo metallico.
a cura di Jerry La Corte
- Band: Dogs For Breakfast
- Titolo: The Sun Left These Places
- Anno: 2013
- Genere: Postcore/Crossover/Death Metal/Metalcore/Sperimental
- Etichetta: Subsound Records
- Nazione: Italia
Tracklist:
- January 21
- Cypress Grove blues
- Father Sea
- The Lady
- Vision
- Last Run
- Tsaatan
- Red Flowers
- Pull The Plug
- The Chariot Of Death
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