AFFLUENTE – Libera Fame
Questo non è un disco qualsiasi, e basta dargli un primissimo ascolto per rendersene conto.
“Adesso dipende da te, e dalla tua forza di essere e restare solo”
Sulla copertina viene ritratta Michelina de Cesare, compagna del fu brigante Francesco Guerra: quasi a simboleggiare la scelta di vita di chi, nonostante tutto, ha deciso di seguire la propria coscienza ribelle, contro tutto e tutti. Sul retro della copertina, la stessa viene raffigurata dopo essere stata uccisa e torturata dalle truppe piemontesi nel 1868, a creare così un macabro (e realistico) dualismo inerente il peso delle scelte (politiche, ma non solo) nella vita degli individui. Gli Affluente sono un gruppo storico della scena hc italiana e marchigiana, e propongono una musica che riesce a non sconfinare nel “già-detto, già-sentito”. Senza contaminarsi con altre idee (musicali) che gli risulterebbero indigeste, come un corpo estraneo. Ed il loro linguaggio, sia musicale che testuale, è lontano mille miglia dalla retorica, ma si configura in modo originale, individualista e diretto. Dietro di loro si cela da sempre la mente di Carlo Cannella, senza dubbio uno dei più interessanti ed originali autori di testi hardcore degli ultimi anni.
I 15 brani che compongono “Libera Fame” formano un quadro perfettamente coerente, a partire dalla furiosa “Dentro me”, introdotta dal celebre monologo di un invasato Gian Maria Volontè nei panni dell’ispettore di polizia de “Indagine su di un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, fino ad arrivare alla catartica “Insieme”. Assolutamente degna di ascolto la stessa title-track, composta da una citazione di “Fumatori di Carta” di Cesare Pavese:
“potersene andare
far libera fame
rispondere no a una vita
che adopera amore e pietà
famiglia e terra
a legarti le mani
A onor del vero ho avuto modo di sentire altri dischi composti con questa attitudine (neanche tantissimi, per la verità), che possedevano pero’ il difetto di fondo di non riuscire a coinvolgere pienamente l’ascoltatore: per gli Affluente questo problema, se ci fosse bisogno di dirlo, non si pone affatto. Forse soltanto perchè i testi sono (finalmente) in italiano. Forse anche perchè i testi di Carlo Cannella ti travolgono, neanche a dirlo, come un affluente tempestoso, come una pioggia incessante che ti spinge a ribellarti allo stato di cose attuale, e trovare con costanza e decisione le vie adeguate. “Espressione di una socialità non rassegnata“, per citare le parole che compaiono nel sito della band. La rabbia esplode così in una furia hc primordiale, ad ogni singolo respiro del cantante, ad ogni minimo stacco di batteria, ad ogni schitarrata che esploderà nei vostri stereo, a comporre un quadro veramente strepitoso di velocità, rudezza ed autentica (auto)critica. Tra i pezzi di maggior rilievo, “La sovranità del riso”, “Segnato a dito ovunque”, e la splendida “La totalità del niente”.
Un disco da riscoprire, nel caso in cui l’aveste perso, peraltro scaricabile liberamente da Punk4Free.
01. Dentro Me
02. Un’Elegante Bocca Democratica
03. Piano Anti-genesi
04. News Management
05. L’Insieme Formale Del Vissuto
06. Libera Fame
07. Segnato A Dito Ovunque
08. Privatizzazione Della Guerra
09. Pratiche Dell’Artificio
10. Spettacolo Del Buon Governo
11. La Sovranità Del Riso
12. Stato Di Guerra Permanente
13. Morte In Arrivo
14. La Totalità Del Niente
15. Insieme
Ingegnere per passione, consulente per necessità, insegno informatica. Secondo capo-redattore e supporto tecnico di SDM.