NEFESH – Shades And Lights
I Nefesh nascono nel 2005, nei pressi di Ancona; cinque ragazzi con la passione per la musica che si mettono a lavoro e che in appena un anno producono il loro primo cd.
A leggere la loro biografia c’è da rimanere stupiti per i molti successi di critica riscontrati nel corso degli anni e per i vari concerti che li hanno visti calcare palchi anche all’estero.
Per quanto riguarda la classificazione, gli stessi Nefesh definiscono la loro produzione musicale “eclettica”, dichiarando di muoversi in una dimensione “around metal”, per sottolineare l’impossibilità di assimilarli ad un genere piuttosto che all’altro.
E fin qui tanto di cappello, ma nulla di nuovo.
Poi una mattina alle 06:00, arrancando assonnata verso la fermata dell’autobus, con in testa il pensiero delle 8 ore di lavoro da affrontare, ho messo in cuffia ‘Shades And Lights’… Ed è stata una rivelazione.
Il debut album di questi ragazzi è un vortice di musica. Uso la parola “musica” perchè il termine “metal” è riduttivo: tredici pezzi psichedelici, intrisi di energia allo stato puro, che sembrano creati da una manciata di musicisti sotto acido eppure al massimo della lucidità, decisamente in stato di grazia. Bellissimo e sorprendente.
Un contenitore in cui si susseguono e si sovrappongono sonorità progressive, death, melodiche, power, neoclassiche e classiche, sinfoniche, acustiche… La chitarra si avvicina e si allontana, le percussioni incalzano e rallentano, il basso scandisce e tratteggia, le tastiere sovrastano e accarezzano… La voce graffia, poi sussurra, poi parla, poi si fa pulita e poi growl e via così, senza tregua. Perfino i linguaggi si mescolano: inglese, italiano e addirittura qualcosa che sa di latino (il vero latino!) si rincorrono e si passano il testimone in una staffetta quanto mai inaspettata.
‘Shades And Lights’ è un davvero un gioco continuo di luci ed ombre; è un concept album che non soltanto con i testi, ma anche e soprattutto con la musica, dipinge il caleidoscopio dell’essenza umana, dal buio più nero al candore più luminoso, passando attraverso il rosso vivo del sangue ed il grigio angosciante della solitudine.
Strutturalmente, l’album è un percorso contorto che parte da un’intro acciottolante, prosegue snodandosi tra curve a gomito, passaggi sotterranei, riemersioni improvvise ed infine termina con un’outro ugualmente acciottolante che va a chiudere il cerchio.
Non racconterò ‘Shades and Lights’ track by track, non voglio vanificare l’effetto “meraviglia” a chi deve ancora ascoltarlo; mi limiterò a farne una panoramica generale. Sappiate però che esplorare questi tredici brani sarà come farsi un giro sulle montagne russe.
‘Shades And Lights’ è davvero un full length che merita di essere esplorato, un album traboccante di spunti e richiami musicali, innovativo e ricco di soluzioni quasi geniali. Sicuramente uno dei lavori migliori che abbia ascoltato negli ultimi tempi.
1- Intro
2- Delirium Of War
3- Tifonomachia
4- Preludio Every Time
5- Every Time
6- Souther
7- Tears
8- Preludio Hug Me
9- Hug Me
10- I Can’t Fly
11- Surexi
12- Shades And Lights
13- Outro
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