NEGAZIONE – Mucchio Selvaggio
Il primo storico MC/LP dei Negazione. Per chi non lo sapesse, infatti, certa musica italiana anni ’80 era molto fuori dagli sterotipi imposti dalla televisione commerciale, fatti di capelli colorati, cotonati e ben curati. Qualcosa stava lentamente nascendo coome punk hardcore italiano, e non avrebbe lasciato scampo fino ai giorni nostri.
E’ abbastanza difficile riuscire a recensire decentemente un lavoro del genere senza cadere nel consueto campionario (e corollario) di luoghi comuni: “semplicemente fondamentali”, “puro hc italiano”, “meritano rispetto a prescindere” ecc. Personalmente credo che questo disco abbia grande valore per il suo nuovo modo di concepire il rock ed il punk, a prescindere da logiche commerciali o di puro stile (il tutto vale, in linea di massima, per gran parte della loro produzione, nonostante si registrino particolari se vogliamo “imbarazzanti” come la presenza di Neffa (!) alla batteria per un certo periodo).
“Mucchio selvaggio” è uno split con i Declino, e qui mi occupo di parlare soltanto del lato registrato dai Negazione, producendo un lavoro – sì, era una cassetta – che ha certamente molto influenzato diverse band successive. Il bello di questo sound urlato, irrazionale, pazzoide è che rimane confinato con un certo orgoglio in un ambito puramente underground: ovvero, quello che vedrete anche su RockTV massimo una volta o due all’anno (e di sfuggita), mentre sembra che stia tornando di moda il “perfettismo” tecnico, che voleva in Malmsteen un Dio Della Musica e tutti gli altri dei Coglionazzi. I Negazione sputano in faccia a queste convenzioni, e si propongono qui nudi, crudi e brutalissimi.
La stessa rivalità – che ho sempre individuato in motivi futili e fallaci,quando non pateticamente politici – tra “punk” e “metallari” viene clamorosamente a cadere qui: perchè la tecnica non sarà tutto quello che possiamo volere dalla vita (!), ma come ho spesso ribadito nel sito per altri dischi è “l’attitudine” che la fa da padrone. Perchè sono proprio le urla sconnesse di “Tutti pazzi” e “Plastica Umanità” che li fanno distinguere con orgoglio dalla fighetteria di altre band, che basano la propria identità su un discorso meramente tecnicista e sul numero di note sparate nel Marshall in un secondo.E “Mucchio selvaggio” non è semplicemente “un disco punk“: è una delle massime espressioni di una musica selvaggia, furente e che influenzerà moltissimo il nascente grindcore.
Del resto il discorso è abbastanza coerente con la musica estrema in quanto tale: del resto band che apprezzo moltissimo come i Carcass devono inevitabilmente molto del proprio stile alla “connessione fatale” tra punk ’77 e thrash–metal nota come hardcore. Ovvio, siamo lontani anni luce da “Kill’em All“, aspettatevi furia allo stato puro e riuscirete a godervi il disco a patto di non badare al “come”, bensì al “cosa” (compresa la lettura dei testi, tanto per addentrarsi in quello scenario). Ed il prossimo che dice che “il rock ha finito la sua storia negli anni 70”, potrebbe ricredersi ascoltando proprio i Negazione.
Valutazione:
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Sito web: Negazione
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