Intervista ai Superbutt

Intervista ai Superbutt

Da poco ho conosciuto i Superbutt, una band ungherese davvero energica e, a mio avviso, davvero molto valida. In occasione del loro sbarco in Italia per due interessanti concerti, ho avuto modo di
poter intervistare il cantante e leader, András Vörös, conoscerlo più da vicino. Una band davvero simpatica, umile ed appassionata a quello che fa. Già noti nel resto d’Europa ed acclamati  nella propria patria, i Superbutt, adesso tentano di farsi strada anche in Italia. E’ un vero piacere essere tra i primi ad accoglierli e portarli alla vostra attenzione.

Ciao Andràs, benvenuto su Suoni Distorti Magazine, è un onore poterti/vi ospitare! Vuoi presentare i Superbutt ai nostri lettori?

Ciao, il piacere è nostro! Noi siamo i Superbutt, gruppo metal di Budapest, Ungheria. Rockeggiamo dal 2000, abbiamo fatto uscire 5 album e suonato circa 700 date live e non ci siamo ancora annoiati.

Siete noti al pubblico europeo ed acclamatissimi nella vostra patria. Adesso state iniziando a promuovere la vostra proposta musicale al pubblico italiano. Avete avuto già qualche riscontro a tal riguardo? 
Non so quanto siamo conosciuti, ma siamo in giro da tanto tempo. In Italia sono uscite tre recensioni negli ultimi giorni tutte molto positive, quindi speriamo di piacere a voi quanto voi piacete a noi carissimi amici metallari!

Parlando di ‘Music For Animals’, ho notato un certo amore per il groove, quasi costantemente presente nelle vostre composizioni, ma senza sdegnare varie influenze. Personalmente, non mi viene facile trovare un’etichetta ben delineata, per il vostro sound. Tu come definireste la vostra musica?

Vedi, questa è una bella domanda. Suppongo che la nostra musica è qualcosa di unico dato che ogni membro del gruppo ha gusti diversi. Questo è il suono che viene fuori quando mescoli le influenze nordic black metal del chitarrista, Iron Maiden del bassista, old school hardcore del batterista e tutti i tipi di metal moderno del cantante. Però, alla fine, non importa come la si definisca, è solo rock n’ roll, vero?

Non fa una piega, concordo! Mi racconti com’è avvenuto il processo di composizione dell’album? Come funziona la fase creativa nei Superbutt? Avete ognuno il proprio compito o c’è qualcuno in particolare addetto alla stesura delle parti musicali?
La maggior parte delle idee provengono da Attila, il chitarrista che ha suonato sull’ultimo album. Normalmente lui arriva con le canzoni credendole pronte, mentre noi solitamente diciamo che non sono abbastanza buone e che dovremo lavorarci di più tutti insieme. Poi cominciamo a litigare, ci urliamo contro, smontiamo le canzoni a pezzi e le rimettiamo insieme di nuovo con quasi la stessa identica struttura originariamente pensata da Attila… e siamo tutti felici.
Andràs (cantante)

Rivolgendo l’attenzione ai testi, cosa vi preme esprimere? Cos’è che più vi ispira durante la stesura e chi li scrive?

I testi sono scritti quasi esclusivamente da me, e di solito li chiamo, “impressionist lyrics” perché sono per la maggior parte immagini dipinte con parole. Non credo di dover predicare, dire alle persone che cosa è giusto e cosa è sbagliato, che cosa mangiare o che cosa mettere addosso, in che cosa credere e così via.

Onestamente, chi sono io per conoscere la verità assoluta e per provare a convincere gli altri a fare quel che io dico? Suppongo che l’unica cosa di cui possiamo essere certi è che non c’è una verità assoluta ed è quello che sto predicando, se devo proprio predicare qualcosa.

Cosa rappresenta per voi, la “Musica per animali”? Da che esigenza nascono i vostri pezzi?

E’ un mucchio di canzoni che mostrano il mondo attraverso i nostri occhi, come abbiamo visto le cose mentre abbiamo scritto e registrato l’album. Si tratta di semplice necessità: quando hai qualcosa che senti di dover dare, creare musica è un modo magnifico per riuscire a raggiungere questo scopo.

Venite da un’area geografica che ha un panorama underground molto vivo. Ma, purtroppo, pochissime band arrivano in occidente; come i Vrag, i Gutted ed i Wellington. Ma alcuni riescono ad immettersi nel mercato occidentale, come gli Ektomorf ed oggi state arrivando voi. Secondo te qual è il problema maggiore per poter esportare la propria musica dall’est?

Bene, potrei scrivere 200 pagine di studio su questo argomento; diciamo che anche se c’è tanta musica di valore ovunque, soprattutto nell’underground, l’industria musicale dei paesi più piccoli e meno ricchi è meno sviluppata. Non ci sono modi “istituzionalizzati” per esportare musica, (o meglio, ci sono troppi pochi manager e società che lavorano al di fuori dei mercati locali). Quindi, l’unica opzione è di andare lontano dai sentieri battuti da soli, ma questo probabilmente spaventa la maggior parte delle persone. Peccato, perché anche se pensi di non farcela almeno provaci (anche se presumo che in termini commerciali non ci riusciremo neppure noi) perché alla fine vivi tanti momenti fantastici, incontri gente molto interessante e vedi tanti posti straordinari proprio mentre stai cercando di farcela. Ne vale la pena a prescindere da quale sarà il risultato.

In Ungheria ho notato che esistono molte giovani band che si dedicano all’hard rock classico ed al thrash metal. Sono i due generi che vanno per la maggiore? Mi illustreresti un pò il panorama musicale est europeo visto dall’interno?

Se devo essere onesto, non siamo stati così presenti sulla scena di casa negli ultimi anni. Anche se abbiamo suonato parecchio in Ungheria nella prima decade della nostra carriera e conoscevamo ogni band, club e musicista ecc. Negli ultimi due anni ci siamo fatti gli “affari nostri”, e non sono sicuro di quali siano attualmente le tendenze tra le band giovani nell’underground di casa nostra, ma suppongo che non siano così diverse dalle tendenze nel resto del mondo in generale.

Avete una grande esperienza live. In che parte d’Europa avete avuto il miglior riscontro positivo per quanto riguarda le vostre canzoni? E dove vi siete trovati meglio?
Amiamo suonare ovunque. Ogni singolo posto è interessante e non riuscirei a trovare differenze significative tra le varie nazioni. Le persone sono persone ovunque vai e i metalheads sono metalheads indipendentemente da dove sei, Francia, Germania, Inghilterra, Russia o Italia. Incontri persone “cool” in tutto il mondo, non importa dove ti trovi.

Con che ascolti siete cresciuti, artisticamente? Chi sono i vostri idoli musicali che vi hanno fatto cambiare concezione della musica, per come la concepite oggi?

Come ho detto poco sopra, le influenze sono differenti per ogni membro; non abbiamo quasi nessuna radice comune (all’interno del metal). Personalmente ho cominciato con Ozzy e AC/DC quando ero piccolo, poi ho continuato con tutti tipi di metal moderno da Faith No More a Pantera e sono finito a masticare un sacco di cose da allora ad oggi. I miei eroi, o almeno gli artisti che stimo molto, sono persone come Henry Rollins, Page Hamilton degli Helmet o Dave Wyndorf dei Monster Magnet e non solo per la loro musica, ma anche perché scrivono testi meravigliosi, aspetto questo che per me è molto importante.

Nel 2011 avete dato alle stampe ‘Music For Animals’ ed ancora lo state promuovendo in giro. Ma avete già qualche pezzo che comporrà il vostro prossimo album? Potete anticiparci qualcosa riguardo le vostre attività musicali?

Si, abbiamo dei piani, ma li teniamo segreti, è prematuro parlarne al momento. Continueremo a creare ancora più musica – se siamo arrivati a questo punto non c’è motivo di fermarci adesso.

In fase di recensione, scrissi che la vostra musica potrebbe considerarsi la risposta sonora al movimento metal moderno americano. Ne convieni?

Si, sono d’accordo. Anche se non intendiamo essere considerati i Machine Head o i System of a Down dell’Est Europa, posso comunque capire perché possiamo essere paragonati a quel genere di band. E sai cosa? Alla fine è un onore essere sulla loro stessa pagina.

Vorrei un vostro parere sul panorama metal italiano. C’è qualche band che ha suscitato un vostro particolare interesse? Che idea vi siete fatti della nostra scena?

Non conosciamo ancora tanti gruppi, quindi è difficile rispondere a questa domanda adesso. Certo, tutti hanno familiarità con i Rhapsody o Lacuna Coil, ma sono sicuro che c’è molto di più sulla scena Italiana e noi siamo eccitati al pensiero di conoscerla meglio.
Siamo giunti al termine e non posso che essere lieto di avervi potuti ospitare sul nostro sito. Ci terrei che mandassi qualche messaggio ai metalheads italiani. Ti invito a lanciare un messaggio che possa incuriosirli nell’ascoltare i vostri dischi. Hai tutto lo spazio che desideri.

Cari metallari d’Italia! (Si, anch’io ho studiato italiano al liceo e mi ricordo ancora qualcosa) (pronincuato in italiano, ndA). Se avete letto questa intervista fin qui, sono sicuro che potrete spendere altri tre minuti per guardare il video che sarà inserito da qualche parte su questa pagina e potrete quindi ascoltare Best Plays (o qualunque altra nostra canzone che verrà linkata) per sentire cosa suoniamo. Se non state leggendo, è perché le nostre cazzate vi hanno annoiato già alla seconda domanda, ma non importa…

Bene, ti/vi ringrazio e spero di risentirci presto! Vi faccio i complimenti per ‘Music For Animals’, che ho trovato validissimo. Vi auguro tutto il meglio nella vita e per la vostra carriera. Concludi tu l’intervista come preferisci ed a presto!
Grazie mille, ci vediamo dopo, vero?
Guarda, vista la simpatia starei a chiacchierare con te per ore, ma il tempo è tiranno!

a cura di Francesco Chiodometallico

*si ringrazia la Music Solutions Agency per la traduzione e disponibilità