Intervista ai Giullari Di Corte

Intervista ai Giullari Di Corte

Una bella chiacchierata con una realtà del panorama underground Rock, una band composta da tre ragazzi appassionati di buona musica e dalle varie influenze, che sono riusciti a costruirsi un loro angolo di emozioni intime e personali, regalate agli ascoltatori tramite il loro EP di recente uscita.

Ragazzi benvenuti su Suoni Distorti Magazine….inizierei chiedendovi di presentarvi ai lettori…..
Sergio: Ciao a tutti, mi chiamo Sergio Algozzino e sono un Giullare di nome e di fatto, mi occupo di comunicazione e di intrattenere la gente anche nelle altre mie vesti, non solo musicali.

Danilo: Ciao a tutti gli amici di Suoni Distorti Magazine, sono Danilo Spinoso, musicista a percussione di questa banda di mascalzoni…

Giuseppe: Ciao rockers sono Giuseppe Viola, chitarrista di questa meravigliosa band.

Vedendo, e sopra tutto ascoltando, il video promozionale del vostro EP non ho potuto fare a meno di notare una certa influenza da parte del rock italiano, come ad esempio i Timoria, con venature psichedeliche settantiane e sfaccettature di matrice hard rock.

Oltre ad alcuni richiami, in certi punti, alla musica italiana degli anni sessanta. Ma nonostante tutto mantenere una vostra personalità. Concordate in questo? Che sound deve avere un pezzo per dire “si è perfetto”?
Sergio: Mi piace molta musica, con generi e gruppi a volte diametralmente opposti. Sicuramente, avere una buona cultura musicale porta a poter raccogliere molte influenze senza ricalcarne una nello specifico, e fin da quando scrivo canzoni non mi sono mai posto il problema di doverla comporre seguendo un certo stile.
E’ ovvio che non sono l’unico a pensarla in questo modo, e da lì scattano le affinità con certi gruppi che hanno seguito un percorso simile. Per me, l’unica via da seguire per scrivere un pezzo è solo quella di essere genuini, senza forzature.

Danilo: Io con band come i Timoria, Diaframma e tante altre ci sono cresciuto…comunque, come dice benissimo Sergio, noi cerchiamo sempre di essere più diretti possibile, penso sia naturale riscontrare nello stile di ogni musicista le influenze avute negli anni…e molto importante saperle mescolare con quelle degli altri per far nascere qualcosa di nuovo!

Giuseppe: Beh, io ho influenze un pò diverse dal classico rock italiano, si può notare dall’ascolto, sono stato influenzato dai grandi chitarristi anni settanta, che hanno cambiato la vita di molti musicisti, credo sia questo ciò che ci lega. Le nostre influenze contano molto.

Da cosa nasce il vostro moniker?
Sergio: Non è un segreto che uno dei primi gruppi che ho imparato ad amare, e che amo tuttora, siano i Queen. 

Stile a parte, ho sempre amato il loro atteggiamento musicale, in continua ricerca e sperimentazione, giocando coi generi o con gli strumenti, senza troppe monotonie. Uno dei primi pezzi che ho imparato a cantare decentemente è stato Tenement Funster, cantato da Roger Taylor, con quella voce graffiante che più sentivo simile alle mie corde: da lì iniziò a girare per tutta una serie di progetti (anche per delle semplici compilation di cover che suonavo con diversi gruppi) il nome Buffoni di Corte, trasformato poi in Giullari di Corte.

Ci illustrate come nasce un vostro pezzo?
Sergio: Generalmente, abbiamo lavorato fino ad ora su delle mie tracce che negli anni avevo registrato in maniera piuttosto precisa. Partendo da quella base, l’apporto di Danilo e Giuseppe porta poi a un sound diverso, con arrangiamenti studiati tutti insieme e con risultati a volte molto diversi dall’originale. 

Sicuramente, ci siamo trovati su tutta una serie di inflessioni un po’ psichedeliche, su cui ci piace girare un po’ intorno.
Ultimamente, abbiamo invece iniziato a scrivere qualcosa durante le prove, sono nati una serie di riff, e già qualcosa di definito è uscito fuori durante gli ultimi concerti. Tornando all’ispirazione iniziale, per tanti anni ho scritto canzoni sulla base di reazioni emotive ben precise. 
Negli ultimi tempi ho imparato a scrivere approfondendo invece alcuni concetti che mi stavano a cuore. A volte nasce prima la musica, a volte le parole, non ho una regola ben precisa. Più spesso, forse, è nata prima la musica e una melodia su cui lavorare.

Danilo: La cosa che mi entusiasma di più è che le ultime composizioni fatte in sala hanno le stesse sonorità dei primi brani riarrangiati dopo l’arrivo mio e di Giuseppe…significa che anche nel primo momento, pur essendo influenzati in parte dall’originale composto interamente da Sergio…abbiamo uscito personalità per non farci troppo influenzare dalle registrazioni originali.

A questo punto vi chiedo di illustrarmi tutto il processo compositivo dietro il vostro cd….
Danilo: L’immagine è di una sala prove…un po’ buia e silenziosa. Amplificatori ed “effettistiche” varie a palla, pelli accordate…e poi i suoi e “rumori vari” fanno il resto. Chiusi ad improvvisare, da qualche idea precedente di Sergio…si suona ininterrottamente a volte per ore, registrando…potendo così in seguito sentire cosa abbiamo creato. 

Ovviamente i brani, da parte nostra, prima della registrazione ufficiale vengono un po’ ridotti all’osso…per un ascolto più diretto. Dei brani che potrete infatti ascoltare sul disco, esistono delle extended version…che non so se un giorno pubblicheremo. 
L’Ep è stato registrato in un’unica sessione per nostra volontà a Valderice negli studi di Rino Marchese…grande persona e grande musicista, con il quale ci siamo trovati più che bene.

Provenite da Palermo….com’è la scena rock dalle vostre parti,vista dall’interno?
Sergio: E’ un momento florido. Ci sono tantissime band che offrono inediti gustosissimi, trovo tutto questo inebriante e stimolante.

Danilo: Si è proprio così…mi sento di rivivere nella Firenze degli anni ’80, molta ottima musica!

Giuseppe: Concordo, stanno nascendo delle belle situazioni nella nostra città, tutte da scoprire.
Avete alle spalle parecchi live. Ed avete vinto anche un concorso come miglior testo al Ritzla contest l’hanno scorso…. Ma cosa volete portare all’ascoltatore con i vostri testi? C’è qualche tematica a cui tenete in particolare? (anche se mi sembra che utilizzate testi a volte intimi)
Sergio: Sono un fanatico del De Gregori prima maniera. O di John Lennon. E in tutti e due i casi ci sono numerosissimi esempi di testi evocativi un pò criptici. 
Non mi piace (ancora) essere troppo diretto, ho imparato ad essere più chiaro, ma nascondo sempre il vero sottotesto dei miei testi per me, o per chi me lo chiede. Non amo i testi troppo spudorati.

Come vi rapportate alla politica ed alla religione? Credete in qualcosa o qualcuno?
Sergio: La politica è certamente qualcosa di più materiale, su cui si possono fare dei ragionamenti oggettivi. Come per i miei testi, amo rifletterci su senza dar troppa luce a questo aspetto della mia vita, mi sembra spesso che farlo possa essere un po’ troppo gratuito. Sulla religione, credo di essere profondamente religioso, nel senso che rispetto profondamente tutti gli aspetti spirituali legati alla nostra esistenza, ma non sento di dovermi legare a filo stretto con un unico credo. Mi piace l’idea di prendere un po’ qua e là, fermo restando che per poter “adottare” una religione ci dovrebbe essere un accuratissimo studio che a volte viene tralasciato. E magari forse è proprio il credere ciecamente che mi manca…

Danilo: Mi piace seguire la politica fatta bene…purtroppo oggi ne abbiamo pochissimi esempi. Per la religione, sono cresciuto in una famiglia molto religiosa…che mi ha sempre lasciato decidere comunque cosa fare del mio credo…di scegliere. Da assiduo frequentatore del cattolicesimo…mi sono andato allontanando pian piano. Non sono un gran credente, ma la tranquillità spirituale sento che mi manca parecchio adesso…

Giuseppe: Personalmente non credo nelle due cose, la politica dovrebbe migliorare un paese, ascoltare i problemi del popolo, migliorare il mondo in cui viviamo.
Non credo in dio. Credo che bisogna ascoltare il proprio cuore: quella è la chiave, AMARE.
Di band rock italiane ce ne sono molte in giro per la nazione, proponendo, più o meno, vari stili miscelati tra di loro cercando novità ed innovazioni. Ci sono band che vi hanno particolarmente colpito?
Sergio: Scrivo in italiano perchè credo in questa lingua dal punto di vista musicale. Ci sono esempi sparsi con cui potrei riempire pagine e pagine. Se volessi solo riferirmi agli ultimissimi tempi, non mi viene in mente molto (pardon), ma basta fare un piccolo salto indietro agli ultimi dieci anni e la lista è già molto lunga.

Danilo: La miglior band a mio avviso al momento in italia è “Il teatro degli Orrori”, lo paragonerei un gran palco dove si incontrano Hard Rock e questa sorta di canto quasi recitato da parte del cantante Pierpaolo.

L’attuale formazione è in sesto dal 2010…. Che esperienza avete alle spalle? Provenite da altre band e realtà musicali?
Sergio: Personalmente, ho sempre e solo scritto canzoni per i fatti miei per molti anni. Con qualche amico suonicchiavo canzoni dei Queen (cantandole abbastanza male), e, nel tempo, sono riuscito a scoprire di avere una voce decente, spostandomi verso cover dei Led Zeppelin o Deep Purple. Migliorando, sono anche tornato ai Queen, con un Tributo che porto avanti da cinque anni (da un anno insieme agli altri due Giullari), e ho decisamente incrementato la mia attività sui vari palchi dei club, locali, pub e tutto quello che si può trovare a Palermo e un po’ sul territorio siciliano. Organizzo poi molti eventi musicali, fra cui In the Rock, una manifestazione che continua ormai da oltre due anni, e sono riuscito a creare un buon contatto fra molti musicisti in città. Attualmente, oltre ai Giullari, giro con almeno altre tre band, più diversi altri progetti un po’ più particolari, passando di palo in frasca da De Andrè e De Gregori ai Black Sabbath!

Danilo: Io ho avuto diverse band sia inedite, dove ho scritto anche qualcosa, che cover.

Giuseppe: Ho avuto tante band dove ho potuto sperimentare il mio sound, ho scritto qualcosa, registrato un demo di puro rock blues, ma poi è finito lì. Bellissima esperienza.

Cosa spinge secondo voi i giovani all’attenzione delle band d’oltre confine ignorando le ottime realtà nazionali?
Sergio: E’ un simpatico vizio che abbiamo fin da quando siamo stati “liberati” dagli americani: siamo degli esterofili del cazzo. Viviamo in uno dei paesi più belli al mondo, con la ricchezza artistica maggiormente concentrata, e ce ne fottiamo. Ho conosciuto gente che abita a Roma e non è mai andata a S. Pietro, che poi magari va in viaggio a Berlino e mi fa una testa tanta sulle bellezze di quella città.

Cosa vi ha fatto scegliere il rock come mezzo di espressione? Cosa vi dà questo genere che altri magari non riescono?
Sergio: Il rock per me è energia vitale, non solo intesa come aggressività. Il rock, per me, è tutto.

Danilo: Io non ho scelto il rock….l’ho conosciuto ascoltando qualche disco e guardando qualche live da piccolo…da quel momento non l’ho più mollato…non so perchè…credo sia inspiegabile

Giuseppe: Cosa mi ha fatto scegliere il rock? IO SONO IL ROCK! Ahahahaha. Scherzi a parte, la colpa è di Hendrix e dei QUEEN. 

E sì, mi dà tanto ed è tutta la mia vita. Il rock non è un genere o una moda, è nell’anima è dentro di noi

Ci avviciniamo al termine dell’interrogatorio, quindi vi chiedo, se potete, di anticiparci i futuri passi della band….cosa dovemo aspettarci dai Giullari Di Corte?
Sergio: Prove e canzoni nuove, e speriamo molti live. E registrare ancora.

Danilo: Sicuramente abbiamo lavorato su cose ancora non pubblicate…e che presto conoscerete.

Giuseppe: Tante belle cose e soprattutto tanti live.

A che piatto culinario assocereste il rock e perchè?
Sergio: A un’insalata di riso. Ognuno la fa come vuole, e se la fa bene sarà sempre buona.

Ok prima di concludere ci tenevo a chiedervi una cosa…. redete che nel 2012 il mondo finirà?
Sergio: No, ho ancora troppe cose da fare!

Danilo: No, ma se continuiamo così, tra sprechi e inquinamenti vari….finirà molto presto!

Giuseppe: No!

Bene, a me non resta che ringraziarvi per la pazienza e la giovialità mostrata augurandovi tutto il meglio per la band e per voi…. concludete l’intervista come preferite….. Alla prossima!
Sergio: Che l’Agnello di Broadway sia con voi!

Danilo: Come disse il sommo e grande poeta ungherese “UBALDO CAROPIO” agneddu e sucu e finiu u vattiu! Grazie a voi , sempre un piacere e alla prossima! Viva Suoni Distorti Magazine 😉

Giuseppe: May the Rock be with you. Ciao rockers, a presto, è sempre un piacere!
Giullari Di Corte – video promozionale dell’EP
Per seguire la band:
a cura di Francesco ChiodoMetallico