Buon compleanno Pino Scotto! 70 anni di rock n’ roll ai nostri microfoni

Buon compleanno Pino Scotto! 70 anni di rock n’ roll ai nostri microfoni

11 ottobre 2019: 70 anni tondi tondi.
Un momento che aspettavo da tanto quello di intervistare “The mighty” Pino Scotto, l’emblema del metallo Made in Italy, il rocker perennemente in tour che non appena ha realizzato un progetto ha mille altre idee per la testa, una scheggia impazzita che non si ferma mai, quel curioso personaggio il cui pragmatico “Datti fuoco” mi risuona nelle orecchie da quei lontani pomeriggi di 15 anni fa trascorsi davanti alla televisione sintonizzata su RockTv, nell’introduzione di un mondo che aveva ancora troppi misteri per me.

Eccoci allora, in un botta e risposta senza indugi per ripercorre una vita di eccessi, di passioni, di sregolatezze e tentativi di rimanere sobri in un vortice d’ebrezza musicale, all’insegna di un grande, eterno ed autentico amore: quello per il rock, in tutte le sue forme.
Let’s go!

  • Nome: Pino, se mi chiamano Giuseppe non mi giro nemmeno,
  • Cognome: Scotto (quello vero è troppo lungo!)
  • Età: 35 per gamba!!
  • Nato a: Monte di Procida (Napoli)
  • Figli a carico: uno, la cosa più bella che mi sia capitata.
  • Mogli a carico: prossima domanda
  • Animali a carico: ho avuto qualche gatto in passato, il mio sogno è un lupo anche se non posso tenerlo per via dei tour.
  • Un tuo pregio: sono troppo generoso ed altruista.
  • Un tuo difetto: gli stessi miei pregi. Non cambierei mai per gli altri, diciamo che ho imparato semplicemente a portare più attenzione e ad essere più furbo.
  • Quando hai iniziato ad ascoltare rock? a 16 anni, esattamente 54 anni fa.
  • Il primo album rock che hai ascoltato? Io ed i miei amici andavamo in giro con uno di quei lettori cd a 45 giri per una città dalla quale tutti scappavano per lavoro. Un bel giorno inserii dentro “Jailhouse Rock” di Elvis Presley. E lì la mia vita cambiò radicalmente. Ricordo che rubai 50 mila lire a mio padre per correre a Napoli e comprare tutto ciò che trovavo riguardo Elvis.
  • Prima band con cui hai suonato: I Pulsar con cui facevamo Southern rock, poi gli Ebrei e via con i Vanadium.
  • Band preferita in assoluto: Led Zeppelin
  • Album preferito: il secondo dei Led Zeppelin, senza dimenticare il primo di Jimi Hendrix.
  • Canzone preferita: la napoletana “Indifferentemente”. Mio padre è scomparso quando ancora non avevo 30 anni. Obiettivamente non sono una persona a cui piace legarsi alle cose, alla materialità, preferisco darmi e legarmi alle persone. E quando ho poco da ricordare lo faccio tramite le canzoni.
  • Concerto indimenticabile: assolutamente quello di Jimi Hendrix del 68 a Roma. Ed ovviamente, considerando i miei, il Monster of Rock del 1992 dove mi ritrovai a suonare davanti a 45000 persone.
  • Luogo preferito: indiscutibilmente casa mia.
  • Piatto preferito: la parmigiana che mi faceva mia mamma. Ci sono dei gusti, dei sapori e degli odori che sono senza tempo. Ed io non dimentico mai come mia mamma imbandiva la tavola quando andavo a trovarla.
  • Cantanti italiani che ami: Battiato, fra i miei preferiti in assoluto. Un’artista italiano con cui ho avuto il piacere di lavorare è stato Michele Caparezza, che stimo molto anche a livello umano. Ho collaborato con tanti artisti italiani, a tanta gente non sono piaciute certe sperimentazioni ma il popolo è fatto così, non vuole che tu cambi, pretende di vederti fare e sentirti suonare le stesse cose per anni.
  • Cantanti italiani che nun te piacciono: Jovanotti e tutta la gang di Thegiornalisti, cazzi e mazzi. Falsi come Giuda.
  • Un politico con cui usciresti a cena: mi sono già espresso in passato come simpatizzante del movimento 5stelle, che, fra tutti i partiti italiani, tuttora considero il “male minore”. Ma un politico che ho avuto il piacere di conoscere ed in un certo senso “uscirci a cena” è stato il mitico Enrico Berliguer. Non dimenticherò mai come, a quella lontana festa dell’unità a Milano dove mi trovavo per suonare, mi parlò di quanto amasse Jimi Hendrix. Lui era uno che ci credeva, fino in fondo. In Italia ci sono un sacco di cose che non vanno, se la politica fosse fatta di gente come noi varrebbe la pena credere in un futuro migliore e di vivere in un paese pulito.
    Gente come lui, o come Falcone e Borsellino, non ce ne sono più. “Eroi silenziosi” è una canzone che faccio tuttora spesso dal vivo, dedicata ovviamente a loro.
  • Un politico su cui sputeresti nel piatto per cena: diciamo che Berlusconi rimane sempre il male in assoluto.
  • Rimorsi nella vita: più che rimorsi chiamiamoli rimpianti. Ho rifiutato un sacco di offerte che erano di sicuro proficue per le mie tasche. Certi guadagni avrebbero potuto rivelarsi interessanti anche a fini benefici (ricordiamo che Pino con il suo progetto “Rainbow Projects” è riuscito a costruire un ospedale a Coban, in Guatemala, vedi: https://myrainbowprojects.com ). Per la mia dignità sono fiero di averli rifiutati.
  • Sbagli che hai fatto e che eviteresti di rifare se tornassi indietro:  certi eccessi di sicuro. Ma a 3 anni dalle morte di Lemmy ammetto con fierezza d’aver smesso di bere. Ogni tanto un biccherino ci sta, ma tutto con la giusta misura.
  • Esperienze talmente tanto uniche che rifaresti se potessi tornare indietro: scappare di casa a 17 anni. Capisci le difficoltà della vita e la bellezza di affrontarla giorno per giorno. Tutto ha un valore quando te lo guadagni con le tue mani.
  • La donna della tua vita: una donna con la testa da 50enne ed il corpo da 20enne
  • La gioia più grande: mio figlio
  • Il dolore più grande che hai avuto: la perdita di mia mamma. Il brano “Angel of Mercy”, nel mio album “Eye for an Eye” è dedicata a lei.
  • Qualche persona in particolare che vuoi ringraziare in questi anni: Nessuno. Da mandare a fanculo tanti piuttosto. Di tutte le cose belle che ho fatto devo ringraziare me stesso e di tutte le cazzate che ho fatto non posso che accusare sempre me stesso.
  • Un tuo grande amico: Tonino.
  • Una tua grande amica: Betty.
  • Il gruppo metal del momento: Iron maiden, e lo sono da sempre.
  • Grande delusione: Whitesnake.
  • Band che ti piacciono della scena metal italiana: Destrage
  • Perchè siamo così limitati in termini di metal in Italia? E’ cambiato qualcosa da quella lontana tua intervista del Monster of rock del 92 dove esprimevi il tuo parere a riguardo? Non è cambiato nulla. E’ sempre la storia in questo paese. Il problema è che le band valide esistono e gli ottimi musicisti non mancano, ciò che manca è l’apprezzamento nei loro confronti. I programmi televisivi scoprono talenti che talenti non sono ed in ogni caso tali etichette ti accompagnano in modo poco adeguato durante il percorso. Mancano il tempo ed i soldi per le promozioni, per tutto ciò che sta dietro il palco. Chi arriva in Italia dall’estero sembra essere sopravvalutato, a differenza di chi in Italia c’è da sempre e prova a fare buona musica.
  • Progetti futuri: nuovo album!
  • Una tua massima: Datti fuoco!!

Ringrazio Pino Scotto per l’intervista ed inoltre colgo l’occasione per augurargli ancora Buon Compleanno!!!

Intervista a cura di Minerva Photography, foto di Dario De Marco