Intervista ai WildRoads
Quest’oggi ho il piacere di intervistare una band che ha debuttato lo scorso 2010 con un buon omonimo EP, dopo dieci anni di esistenza, che ebbi l’occasione di recensire non molto tempo fa. I WildRoads si sono dimostrati una band davvero motivata e con attitudine da vendere. Ha gentilmente risposto alle domande il vocalist Michael Cavallini ed eccovi quanto è stato detto…..
Ciao e benvenuto su S.D.M…. presentati ai miei lettori e racconta com’è nata la band…
Bene lettori, noi siamo 5 ragazzi, capelloni e non, che hanno deciso di mettere insieme le proprie passioni e i propri sogni per dare vita a questo terremoto musicale che si chiamaWildRoads. Il tutto nasce nel 2001 dalla mente malata di Nìk Capitini, il nostro
Abramo Lincoln per intendersi; malata perché per insistere nei suoi intenti fino alla formazione finale creatasi solo qualche anno fa con la re-entry del nostro batteristaSimone Baldi, non è da persone sane, fidatevi!!!! Abbiamo avuto diversi cambi di line up perché lo sappiamo, già è difficile trovare validi musicisti e ancora più lo è trovare musicisti motivati, che è la cosa più importante, che tu sia bravo o non. Ma questo non ha fatto altro che portarci a dove siamo ora e non possiamo che esserne soddisfatti! E per sfatare un vecchio mito toscano, siamo pisani e livornesi, già solo per questo dovremmo essere in cima a tutte le classifiche!!! eheheheheh!
Dopo anni di gavetta, vari live ed assestamenti alla formazione siete arrivati al debutto nel migliore dei modi. Cosa si cela dietro la creazione del vostro Ep?
Be’, c’è tanto sudore, letteralmente!!! Tengo a precisare che i pezzi nel nostro EP sono relativamente vecchi, i primi pargoli della mamma WildRoads che per molti anni sono stati solo strumentali fino a che non sono incappati in questo sciagurato cantante che ha accettato di unirsi alla missione: portare in alto il rock ‘n’ roll made in Italy! E la ben riuscita di questo EP ci è stata dimostrata da tutte le recensioni positive delle webzine e magazine italiane, anche con un nostro certo stupore. Si, lo sappiamo che i WildRoads hanno 10 di vita, ma comunque sia rimane sempre il nostro primo lavoro in studio e nessuno dei componenti ha mai avuto questo tipo di esperienza, quindi possiamo andare fieri della nostra prima volta!
Più che un testo è il contesto che nasce e che sicuramente è il divertirsi, il divertimento prima di tutto! Se ti piace una cosa la fai perché ti diverti, e cerchiamo di trasmetterlo al nostro pubblico con le nostre canzoni, con le nostre scapellate, e perché no, anche con un sano rutto, come direbbe il nostro Reverendo (Giulio Antonelli). Il piatto principale è sempre lo stesso, noi non facciamo altro che preparare il contorno per servirlo al nostro pubblico! E mica vuoi murare a secco, quindi prendi un altro boccale e riempilo! Si, più o meno, un nostro testo nasce così!
Ho notato alcune influenze nella vostra musica da parte della scena Hair Metal degli anni 80, seppur siate riusciti a mantenere una vostra individualità. Quali band hanno modificato il vostro modo di concepire la musica?
Questo perché abbiamo un underground musicale totalmente differenti gli uni dagli altri e elencare dei gruppi non sarebbe esaustivo, ma potete tenere conto che i due chitarristi sono molto influenzati dal vecchio blues e dall’hard rock vecchio stampo, il batterista dal prog metal, il bassista Alessandro Lupo dal genuino heavy metal classico, e io personalmente tendo al powermelodic power. Quindi potete immaginare che accozzaglia di idee ci può essere in sala prove! Ma la cosa più bella è che riusciamo sempre ad incastrare le nostre idee fino a che non esce fuori quella che ci piace.
Musicalmente come create un pezzo? Illustratemi il processo di composizione che usualmente adottate…..
Di solito sono Nik e Giulio, i chitarristi che portano lo scheletro della canzone, varie idee di riff che poi elaboriamo assieme in sala prova e cerchiamo di dargli un corpo, fino a che non è completo anche di anima. Se ci pensate bene è lo stesso procedimento della fabbrica dei mostri! Scherzi a parte, siamo ancora in fase di stabilizzazione e con i dovuti cambi di line up abbiamo dovuto più ripassare i vecchi pezzi che crearne dei nuovi, ma vi assicuro che abbiamo in serbo tante sorprese!
In ambito rock e metal ci sono numerose valide realtà in Italia, ma purtroppo la nostra nazione non permette di fare molta strada a causa di mentalità ottuse e poco sostegno da chi di dovere. Cosa pensi che si potrebbe migliorare nel nostro paese a favore delle giovani bands?
Come accade con tutte le cose ci sono degli alti e dei bassi, secondo me; ieri la musica del momento era l’hard rock, potevi morire per il caldo, il sudore e la fatica solo per vedere un concerto dei Led Zeppelin, oggi la situazione è molto più mediatica che musicale,non importa quello che suoni o canti ma come ti vestono e come ammicchi, e domani come sarà? Il punto è non scendere a compromessi, ovvio, ma di seguire il vecchio filone dandogli qualcosa di innovativo: parliamoci chiaro è poco probabile che un gruppo odierno che suona come gli Iron Maiden possa avere un futuro: perché? Perché non c’è niente di nuovo, semplice. Alle persone il nuovo affascina che sia techno music o il brutal più estremo. Ecco, secondo me quello che manca a molti gruppi italiani è qualcosa di innovativo, di inaspettato, di travolgente e di coinvolgente. E sicuramente hanno lasciato nel cassettone dei genitori tanta di quella umiltà…ma quella è un’altra storia!
Ci sono band nell’underground tricolore che hanno attratto in particolare la tua attenzione?
Anche qui non riesco a farvi dei nomi, come ho già detto, siamo troppo diversi perché ci sia un gruppo in comune, ma posso dirvi che realtà valide qui in Toscana ce ne sono e che non aspettano altro che mettere fuori i primi dentini per riuscire a spaccarvi il culo. E poi sappiamo benissimo chi sono i gruppi che tengono alto il vessillo tricolore del rock (se qualcuno ha pensato Vasco Rossi è pregato di scomunicarsi).
Avete condiviso il palco con valide realtà italiane come Bud Tribe, Anguish Force e Shabby Trick, ed andando un pò fuori genere anche per gli Africa United. Qual’è una band con la quale vi piacerebbe suonare così da coronare un vostro sogno?
Ah be’, qui ci staremmo fino a sera!!! Eheheheh! Credo all’unanimità che suonare una volta di spalla agli Iron Maiden ci possa bastare per un po’! ahahahahah! Siamo orgogliosi di aver fatto da spalla a grandi nomi italiani come quelli appena citati, è percepibile la loro esperienza in materia e non può altro che farci del bene!
Descriveteci una vostra esibizione, soprattutto per chi non vi ha ancora assistito…..
Chi ancora non ci ha visto deve correre a rimediare!! Un nostro live non è composto solo da musica, c’è il divertimento, cerchiamo sempre di coinvolgere la gente sempre di più ad ogni nostro live, perché se non lo facessimo tanto vale andare a suonare in sala prove! Se noi siamo su quel palco è perché il pubblico vuole divertirsi, ci deve essere lo spettacolo e devono tutti riscoprire questa oramai antica tradizione, e non starsene lì imbambolati con lo strumento in mano. A suonare bene, prima o poi, sono capaci tutti o quasi, ma il palco è fatto per le emozioni. Per i suoni c’è il disco.
A che piatto culinario assoceresti il rock e perchè?
Bella questa domanda e ti faccio i complimenti! Perché racchiude la vera essenza del concetto rock! Personalmente deve essere un piatto spartano, un piatto che ti sazia anche se sai che non sarà molto salutare, perché il rock non lo è di certo ed è questo il suo bello.
Attualmente la pirateria musicale sta infliggendo un duro colpo al mercato discografico, ancora più duro di qualche anno fa, a causa del maggior utilizzo della rete. Io sono tra quelli che non usciva il sabato sera per racimolare soldi e comprare cd originali, per cui sono contrario al download, tranne se legalizzato, ma ritengo che se dopo un ascolto il disco piaccia, è buona l’idea di comprarlo originale. Cosa credi si possa fare per combattere questo problema?
L’originale. Quando vai al bar e assaggi una birra da un tuo amico, e quella birra ti piace, cosa fai? Aspetti che il gestore sia distratto per attaccarti alla spina? E’ anche vero che i prezzi sul mercato sono veramente alti, pensiamo che la band guadagna più sui live che sulla vendita di dischi, di tutti i soldi che noi usiamo per comprare il disco pochi vedranno i veri artisti. Al vero rocker importa poco l’ascoltarsi il cd in macchina o in casa, il vero rocker vuole stare nella polvere davanti un palco e godersi la scarica di adrenalina per tutta la durata del concerto, vuole mangiare hot dog e bere birra prima dello spettacolo, vuole stare a contatto con la gente. E credo anche per gli artisti sia così, specialmente in ambito rock, è l’emozione trasmessa sul momento che conta, per assurdo è come se un chitarrista suonasse un assolo tramite telefono per farlo sentire a qualcuno che neanche vedi in faccia. Triste, no? Quindi le “ladre” discografiche dovrebbero puntare più sui live che sui dischi, visto che in Italia abbiamo una situazione abbastanza tragica.
Se ti trovassi in una situazione di emergenza e dovresti sgomberare velocemente il tuo appartamento (cosa che ti auguro non accada mai), che cd prenderesti per salvarli? Ti lascio scegliere solo 5 titoli…..
Lo sapevo che prima o poi mi toccava questa domanda! Ahahahah!!! Rispondo solo a nome mio e non in ordine di importanza con :
Panic – Death SS
Feel the Steel – Steel Panthers
Mutter – Rammstein
Secrete Voyage – Blackmore’s night
come gusti sono quello più strambo della band, e loro lo sanno! La scelta è in base alle emozioni che mi danno più che il gusto del genere musicale.
Avvicinandoci al termine dell’interrogatorio e tornando alla band… cosa si muove in casa Wildroads? Puoi anticiparmi qualcosa riguardo alle vostre attività?
Prendendo l’esempio di Gigi Marzullo non mi esimerò dal farvi una richiesta idiota ma nello stesso tempo interessante…. fatti una domanda e datti una risposta….
Se il bicchiere è vuoto? Semplice, si riempie!!! Aaaaaaah, la vita di un WildRoads! Ahahahahah! ”
Evitate di farvi troppe pippe mentali e godetevi la vita, divertitevi e fate all’amore il più spesso possibile, e allora, come direbbero i saggi Puffi, il nostro mondo guarirà! Rock on!
Fondatore di Suoni Distorti Magazine e motorheadbanger.