Intervista ai WildRoads
Dopo averli già intervistati, in occasione dell’uscita dello scorso Ep ed aver recensito il loro ultimo album ‘Riding On a Flamin’ Road’, ho avuto il piacere di ri-invitare su Suoni Distorti Magazine, una delle migliori realtà del panorama rock’n’roll italiano, i WildRoads.
Ho avuto modo di far il punto della situazione con i rockers toscani, imbattendomi in una simpaticissima conversazione…
Ciao ragazzi e ben ritornati su Suoni Distorti! Vi invitai tra queste pagine in occasione dell’uscita del vostro primo ed omonimo Ep. Quest’oggi ho l’onore di ospitarvi per un’altra importante occasione, l’uscita del vostro primo album ‘Riding On a Flamin’ Road’. Cos’è cambiato in poco più di un anno?
MICHAEL: Ciao e grazie a voi per averci invitato ancora!!! Sono cambiate un pò di cose ed ovviamente sempre in meglio e questo disco ne è la dimostrazione! Finalmente con questo album di debutto, chiudiamo un’era wildroadsiana che portiamo avanti da tanto tempo per aprirne una migliore e stabile! E lo scoprirete con il prossimo disco!
NIK: Ciao Francesco e grazie per averci invitato di nuovo su questi schermi!!! Beh…dopo dieci anni di esistenza della band, posso dire che è stato posto il sigillo a un lungo periodo storico e travagliato della band. Adesso si riparte per un’altra nuova avventura con più entusiasmo e determinazione!!!
GIULIO: Grazie Francesco e grazie a tutto lo staff di Suoni Distorti Magazine per l’occasione concessaci. È un vero piacere per noi essere nuovamente qui a parlare del nostro nuovo lavoro dal titolo “Riding on a Flamin’ Road”.
Non ci sono stati sostanziali cambiamenti tra l’EP e il nostro disco di debutto, se non per il fatto che l’ep ci ha fatto guadagnare maggior visibilità in giro e ci ha permesso di suonare ancora di più dal vivo, contribuendo a farci le ossa e a migliorare sia come singoli musicisti, sia come band.
Ovviamente non posso che chiedervi di parlarmi della vostra nuova creatura….illustratemi il processo di composizione. Com’è stato guidare su una strada infiammata?
GIULIO: Stiamo ancora guidando su una strada infiammata, l’avventura è appena iniziata e anzi, è proprio ora che dobbiamo spingere ancora di più sull’acceleratore per evitare che gli sbirri ci agguantino!
Le canzoni contenute nel disco rappresentano il passato e l’immediato presente della band, passata attraverso numerosissimi cambi di line up, problemi e sbagli dovuti all’inesperienza, cercando di farci largo attraverso la giungla dell’underground e cercando, nonostante tutto, di andare avanti.
Il titolo “Riding on a Flamin’ Road” mi era venuto in mentre proprio perché esprime al meglio tutto questo. Ricordo ancora quando molte delle canzoni dell’album le suonavamo nella versione strumentale perché eravamo ancora senza cantante. Ne è passato di tempo …
NIK: Beh, è dal 2001 che esistono dei brani, altri sono arrivati anni dopo, quando diciamo la band si stava assestando, sono stati anni creativi, cercando di fare il nostro al 100% e a testa bassa, ed ecco il risultato!! Del quale, dopo tanta fatica, ne andiamo orgogliosi e soddisfatti! Chiaramente, la parola al pubblico!
MICHAEL: E’ stata dura e travagliata ma finalmente siamo riusciti a percorrerla fino in fondo, una strada che si affaccia sull’oceano della creatività. Possiamo intendere questa prima tappa come un pit-stop per una sigaretta e una pisciata per poi ripartire sul nostro fuori strada chiamato WildRoads!! E ovviamente c’è posto per tutti voi!!
Chi di voi compone musica e testi? E da cosa traete l’ispirazione?
GIULIO: Per quanto riguarda la parte musicale, la maggior parte delle canzoni dell’album sono state composte da Nik, mentre io ho composto “Look at me burning”, “Titty Twister Blues” e “Your last day”, sia per quanto riguarda la musica sia per i testi.
Inoltre ho scritto il testo per “Rider of the sunset”, il resto delle liriche è opera di Marco Santini, un batterista che suonò con noi prima del ritorno dietro le pelli di Simone Baldi.
Per i testi di questo disco abbiamo tratto ispirazione dalla letteratura, dal cinema o da qualsiasi cosa ci passi per la testa in generale, mentre musicalmente le band che maggiormente ci ispirano sono quelle che hanno fatto la storia degli anni 70 e 80, diciamo del periodo d’oro dell’hard rock, rielaborando il tutto in chiave moderna e secondo il nostro modo di intendere il rock‘n’roll.
MICHAEL: Di solito i testi e la linea vocale sono io a deciderla, con la benedizione degli altri componenti, ovviamente! I riff vengono portati dai chitarristi che vengono rielaborati poi tutti insieme.
Diciamo ognuno fa la sua parte, la porta in sala prove, ascoltiamo, decidiamo e ne discutiamo fino a che non troviamo una soluzione che soddisfi tutti, perché uno dei comandamenti della musica è di suonare ciò che piace a te!
Cosa vi preme di più esprimere con i vostri testi? Quali sono le tematiche che più vi interessano?
NIK: I nostri testi rispecchiano un pò le nostre attitudini, vogliamo comunicare positività a chi ci ascolta! Il Rock’n’Roll è una festa, è una sana terapia contro lo stress e le persone negative che popolano il pianeta, e noi, nel nostro piccolo, vogliamo dare il nostro supporto a tutto volume per farvi stare bene! Fateci sapere se ha funzionato! (funziona benissimo ndA)
MICHAEL: Sai, un testo secondo me deve anche basarsi su quello che trasmette la musica! Ma, visto che noi parliamo di strade selvagge, molto spesso scriviamo testi che riguardano l’evasione dalla prigione della vita di tutti i giorni, di bevute e figure di merda, insomma, tutti quegli avvenimenti che molta gente si vergogna di fare o raccontare perché non convenzionale…che dire, poveri loro!!!
Come mai la decisione di includere nell’album i pezzi dello scorso Ep? Che oltretutto con la nuova produzione acquistano parecchio a livello di resa…
MICHAEL: Diciamo che sono stato io a richiedere la re-incisione della linea vocale dei pezzi dell’album, in quanto, studiando tanto, la mia abilità nel cantare è cresciuta, quindi si sarebbe sentito un certo divario tra i pezzi vecchi e quelli nuovi.
Grazie anche a Freddy Delirio (dei Death SS, nda) che ci ha aiutato nel re-mixaggio dei vecchi pezzi, siamo riusciti a dare loro una sonorità più moderna e più di impatto, infatti, come hai detto, la resa è aumentata rispetto ai pezzi dell’EP.
GIULIO: L’EP è nato esclusivamente per un discorso pubblicitario nei confronti della band, per avere una buona registrazione di alcuni dei nostri pezzi da presentare ai gestori dei locali e per far arrivare la nostra musica alle riviste, webzine e a chi non ha mai avuto la possibilità di sentirci dal vivo.
L’idea dell’EP era quella di offrire un’anteprima del disco che avremmo pubblicato in futuro, per questo, le abbiamo incluse insieme ad altre 4 canzoni, per poter presentare un quadro completo di quello che sono stati i Wildroads fino ad oggi, diciamo il passato e il presente della band. Ovviamente i 5 brani dell’EP sono stato remixati per avere lo stesso suono che hanno le altre canzoni che abbiamo registrato per l’occasione, e per non presentare al pubblico la stessa roba che avevano già ascoltato sull’EP.
NIK: Tutta colpa di Michael, prendetevela con lui !!!! ahahahha!!
Beh, diciamo che i “vecchi” pezzi e i “nuovi” fanno parte dei dieci anni di attività della band, e così abbiamo deciso di unire il tutto, dandogli la giusta sonorità, in modo che anche i brani dell’EP suonassero più freschi e d’impatto!
Spendiamo anche qualche parola per l’esilarante art work. Da chi è nata l’idea? E chi l’ha realizzato?
GIULIO: L’idea della copertina è nata da una mia idea. Dopo aver pensato al titolo dell’album, ho immediatamente immaginato quale sarebbe stata la copertina più azzeccata per esprimere quanto detto riguardo al titolo.
E l’idea che mi è venuta fuori è stata quella di avere un disegno fatto a caricatura di noi a bordo di una jeep o di un furgone scassato sul quale sfrecciamo a tutto gas sfuggendo ad una mandria di sbirri furiosi che ci inseguono. Volevo qualcosa di simpatico, che facesse trasparire l’aria di allegri ubriaconi quali siamo, e che in fondo rappresentasse quanto detto dal titolo: la strada infuocata che percorriamo è la strada che ancora oggi stiamo percorrendo per crescere come band e per farci conoscere sempre di più, mentre gli sbirri che ci inseguono rappresentano tutti gli ostacoli che ti si presentano davanti lungo la strada del successo, e che se non sei sufficientemente determinato ti scoraggiano e ti portano a lasciar perdere tutto quanto.
Il disegno è stato realizzato da Arianna Bellucci, mentre per il colore ci siamo affidati ad Andrea Falaschi e per progettare il resto dell’artwork il merito è di Timoteo Fontanella. Colgo l’occasione per ringraziare tutti quanti e per dire loro che vi voglio bene !!
MICHAEL: E’ stato Giulio ad avere l’idea della copertina e del titolo dell’album che noi abbiamo apprezzato fin da subito! Il disegno è stato realizzato da Arianna Bellucci e poi colorato in digitale da Andrea Falaschi e curato da Timoteo Fontanella, ovviamente è stato specificato sull’album, i meriti vanno sempre riconosciuti! E’ venuto un bel lavoro, ci siamo quasi commossi quando l’abbiamo visto fra le nostre mani! Ahahahahah!
NIK: Quoto quello che ha detto Michael, e ringrazio ancora una volta chi ha collaborato al lavoro finale, lo dobbiamo a loro sopra citati !! Grandi !! Quando ero da Timo a curare l’artwork nei minimi dettagli, non eravamo così convinti del risultato finale, ma quando sono arrivati i cd, è partita la festa che tutt’ora continua e continuerà per un bel pò credo!
L’album è uscito per New Idols, com’è nata questa collaborazione? Vi trovate bene con loro?
NIK: Sono stati molto chiari e trasparenti fin da subito, è raro trovare delle etichette così, specialmente in Italia, paese degli squali del settore! Adesso vediamo come andrà la loro promozione, ma sono sicuro che non ci deluderanno!
MICHAEL: Per ora ci troviamo bene, sono disponibilissimi! Ci vorrebbe più gente come loro che crede nella musica underground e fare in modo che non sia più “underground”!
A quale alcolico si potrebbe paragonare la vostra musica? E perchè?
NIK: Non saprei…io bevo solo succhi di frutta !!
GIULIO: Senza pensarci due volte, direi birra + MDMA dentro. Perché l’effetto è lo stesso: ti ritrovi a ballare senza che tu te ne sia accorto prima, e una volta che te ne sei reso conto …. beh, non puoi fare più a meno di smettere !!
MICHAEL: Hai un quaderno intero?? Perché la lista è lunga! Ahahahah, scherzi a parte, la bevanda che ci rispecchia è la coca cola. Ovviamente, corretta.
A proposito di musica… mi preme chiedervi informazioni riguardo a ‘To Be King’. Una song che rappresenta un singolo momento, diverso, da ogni punto di vista, dal resto dell’album. Com’è nato questo pezzo?
MICHAEL: Io non ero ancora noto nei WildRoads, so che è nato come pezzo strumentale e, dopo la mia entrata, l’abbiamo trasformato in una vera e propria canzone.
Infatti è un pezzo che si distacca dal genere, un pò più cupo e melodico, ma d’altronde non riusciamo a smetterla di suonarla e notiamo che al pubblico piace nonostante tutto, quindi perché toglierla?
GIULIO: “To be king” è uno di quei brani che risalgono agli albori dei WildRoads, quando la band aveva ancora un repertorio strumentale perché non riuscivamo a trovare un cantante. Nonostante la canzone avesse delle atmosfere più celtiche e medievaleggianti, diverse da quelle delle nostre altre canzoni, decidemmo comunque di tenere questo pezzo.
Il testo prende spunto dal Macbeth di Shakespeare, e dopo averlo proposto dal vivo ci siamo resi conto di quanto questo pezzo piacesse alla gente.
Io non ne ero molto convinto, ero più per toglierlo dal repertorio proprio perchè lo sentivo troppo distante da quello che suoniamo, ma poi, dopo aver visto quanto la gente apprezzasse “To be King”, mi sono ricreduto.
NIK: “To be King” è il primo pezzo strumentale che scrissi per i WildRoads ai tempi che eravamo una band strumentale. Con l’arrivo di Michael alla voce, è stata rivisitata ed è stata creata una linea vocale e un testo ispirato a dei versi del Macbeth di Shakespeare.
A dirtela tutta, è sempre stata la “pecora nera” del repertorio, proprio per la sua colorazione celtica che si allontanava molto dal songwriting generale. Eravamo indecisi se tenerla oppure no, ma alla fine è stato il pubblico a convincerci di includerla nell’album, quindi, grazie ragazzi !!
Credete ci sarà spazio in futuro per altre soluzioni musicali simili? Personalmente mi è piaciuto molto!
NIK: Non anticipo niente, ma, nei pezzi nuovi che abbiamo scritto in circa un mese con la nuova line-up, ci saranno delle sorprese che speriamo catturino ancor di più la vostra attenzione! Ci stiamo dando dentro di brutto per recuperare il tempo perso!
GIULIO: Assolutamente si. Come dicevo prima, mi sono ricreduto per quanto riguarda “To be king” e sono favorevole all’idea di inserire atmosfere diverse all’interno dell’album, collocando il tutto in un contesto strettamente hard rock, chiaramente.
Per il prossimo album sperimenteremo di più in tal senso, creando canzoni dalle atmosfere diverse da quelle tipicamente rock. Dopotutto, non c’è gloria senza rischio !!
MICHAEL: No, non credo. Ma non perché non vogliamo, è che non amiamo ripeterci, quindi sicuramente ci sarà qualcosa ancora di meglio, ve lo promettiamo!
Come mai molte tra le migliori band Hard’n’Heavy escono fuori dalla Toscana? Sarà il vostro vino o cosa?
MICHAEL: E’ il vino, fidati! E anche il cinghiale in umido di mia nonna! Una bontà!
GIULIO: Certamente il vino “made in Tuscany” spacca più di ogni altra cosa e ci fornisce la giusta marcia per comporre belli carichi e garosi, ma penso che ci sia qualcosa di più. È come se l’energia si fosse concentrata in questa parte del nostro paese e molti di noi la riuscissero a cavalcare. In un certo senso si tratta di qualcosa di già visto nella storia.
Prendi ad esempio l’esplosione del rock a fine anni 60 nella zona di San Francisco, oppure la nascita del jazz a New Orleans a fine dell’800, o ancora il fatto che le prime band di death metal venissero dall’area di Tampa, in Flordia, a fine anni 80.
Perché proprio questi posti e in questi precisi anni ? Questi movimenti hanno fatto la storia, non è così nel nostro caso chiaramente, ma penso che il discorso sia lo stesso
NIK: Personalmente è tutto merito del mio produttore che mi ha cresciuto sano e forte!! Anzi, forse m’ha cresciuto un po’ troppo!! Haahahahahhaha!!
E comunque sia, la scena Toscana è ricca di band tostissime che ci credono e lo dimostrano!! Il problema è che c’è troppa rivalità! Ma questo credo un pò in tutte le regioni, non solo in Toscana! Continuando di questo passo, ci tireremo altro che la zappa sui piedi e basta, controproducente la cosa, non trovate?
Cosa preparerebbe lo chef Nik (per chi non lo sapesse è un bravo cuoco, nda), se dovesse preparare una cena Wildroads?
NIK: Mega grigliata di ciccia sotto le stelle, vino a volontà e poi tutti a scop… ehm… ad ascoltare i WildRoads e fare casino!! Aahahhahahaha!!
Prima di tornare in ambiti musicali vi voglio lasciare qualche rigo per mandare un saluto, minaccia, baci o quello che volete voi al “grande capo” Klaus Petrovic (direttore di Italia Di Metallo che intervistammo già)… Anche lui è un fan dei Wildroads, oltre che nostro lettore e supporter…
NIK: Se infamo il mio direttore, poi mi caccia o mi sculaccia! Nel secondo caso potrebbe essere imbarazzante, quindi, non mi resta che fargli i complimenti per tutto ciò che sta facendo da anni a questa parte per la musica underground italiana! Hahahahha
Scherzi a parte, io ci collaboro da anni, ho visto crescere la sua idea e vista espandere fino ad essere una realtà molto riconosciuta e rispettata nello stivale e non solo! Italia Di Metallo vi supporta, voi, supportate lei!” (Klaus, se la prendi come slogan, mi paghi i diritti !!!! Ahahhaha).
GIULIO: Nonostante sia per l’amore libero, non mi sento sinceramente di mandare un bacio con la lingua allo zio Klaus, e penso che anche lui sia molto grato per questo!!
A parte le cazzate, ringraziamo vivamente Klaus e tutto lo staff di Italia di Metallo per il supporto datoci, tra recensioni e belle parole spese nei nostri confronti, come ad esempio quando abbiamo suonato al Most Rock 2 tenutosi a Casetta, vicino Siena, nel Maggio 2011. Vi siamo veramente grati per tutto, grazie mille ragazzi !!!
MICHAEL: Uno che ci crede per davvero, ciao Klauuuuuuus!!! E grazie per il supporto che ci dai sempre!
Bene! Tornando alle vostre attività, quali saranno i prossimi passi? Avete già qualche data in cantiere? State lavorando a nuovi pezzi?
MICHAEL: Siamo in manovra, direi! I pezzi e le idee ci sono dobbiamo solo provarle per vedere se funzionano. L’unico problema sono i money! Perché, se li avessimo, a breve potremmo rientrare in studio a registrare il nostro secondo disco!
Quindi se c’è qualcuno che ci vuole supportare economicamente, ben venga!! Ahahahahahah, altrimenti, se vi piacciamo, comprate il nostro disco e con quei soldi potremo rientrare in studio, e non vi deluderemo, statene certi!!!
GIULIO: Attualmente abbiamo avuto un cambio di line up, è entrato nella band Stefano “Jeghe” Morandini alla batteria al posto di Simone Baldi e stiamo ancora cercando un rimpiazzo al basso per Alessandro Lupo, facendoci aiutare per il momento da Kenny Carbonetto.
Per il momento, abbiamo poche date in cantiere. Il 31 marzo presenteremo l’album al Borderline di Pisa, e il 5 di aprile parteciperemo alla trasmissione “Blu Rock Show” che andrà in onda su SKY (BLU TV canale sky 940 oppure canale sky 820), inoltre, stiamo lavorando al video di “Your last day” e già scrivendo materiale per il prossimo album, abbiamo un sacco di idee nuove su cui lavorare e le sorprese non mancheranno di certo !!
NIK: Adesso stiamo ultimando delle cose che avevamo in cantiere da allegare all’uscita dell’album. Inoltre, con l’ingresso in squadra di Mr. Stefano Morandini on the drums, ci siamo ritrovati in meno di un mese ad avere sul Mac pronte delle idee per i brani per il nuovo album.
Come direbbe l’onnipotente Gigi Marzullo, fatevi una domanda e datevi una risposta!
GIULIO: “Ehy, stai zitto !” “Tu stai zitto !” “No, tu, tu stai zitto !” “Sei tu che parli, non c’è nessun’altro qui !” “Insomma, TUTTI QUANTI SILENZIO !!!” ….. “Cos’è stato ??” “Il vento !”
NIK: Scusa!!!!! Ma te di qui vai di là ??? EH !??! ……….PUPPAAAAAAAAAAAAAA !!!!
MICHAEL: il cane di Mustafà?!? Si quello che lo piglia in culo e dice che sta a scopà, dai cazzooooooooo!
Vi adoro! (ahahahah) Ragazzi io non posso che ringraziarvi per il tempo che mi avete concesso e farvi nuovamente i complimenti per ‘Riding On A Flamin’ Road’, che credo attirerà ancora più gente tra le fila dei vostri fans. Concludete come preferite ed in bocca al lupo per tutto! Alla prossima!!!
GIULIO: Se finiremo in bocca al lupo, lo faremo esplodere dalle viscere !!! Grazie mille a te e a tutto lo staff di Suoni Distorti Magazine per l’opportunità concessaci e per il supporto dimostrato nei nostri confronti. È un vero onore per noi !! Grazie davvero ! Alla prossima, gentaccia !!!
MICHAEL: Grazie a voi per tutto il supporto che ci date, ne abbiamo bisogno per portare la musica italiana a livelli decenti!!! Speriamo di risentirvi presto!!
NIK: Crepi crepi il lupaccio!! Grazie a te per lo spazio concesso e il supporto!! E un grande saluto a tutti coloro che ci seguono e spero ci seguiranno dopo l’ascolto/acquisto del nostro album!
Ricordo i nostri contatti: per info e merchandise scrivete a wildroadsband@yahoo.it e vi diremo le modalità per l’acquisto! Oppure andate a visitare il nostro nuovo fiammante sito web, all’indirizzo: www.wildroadsband.com !! A presto gente!!!!
Per seguire la band: Facebook, Reverbnation, MySpace.
A cura di Francesco “Chiodometallico” Russo
Fondatore di Suoni Distorti Magazine e motorheadbanger.