TSUBO – Con cognizione di causa

TSUBO – Con cognizione di causa
È ormai da molti anni che gli Tsubo – parola giapponese che significa “punto di pressione”, e che evoca la saga di Ken il Guerriero – si muovono agevolmente nella scena underground, e questo nonostante abbiano all’attivo “solo” uno straordinario demo d’esordio (del 2005), un EP e due split.
“Con cognizione di causa” è il primo full-lenght della band, e contiene 20 tracce di un genere derivato essenzialmente dal grindcore di scuola Brutal Truth (ed annessi), e che i nostri hanno fantasiosamente ribattezzato “psychotic adrenalinic grind“.
Tale definizione sembra voler descrivere un approccio musicale estremo da un lato brutale come si addice al caso e, dall’altro, parzialmente fuori dal comune.Registrato e mixato presso i “The Outer Sound Studios” di Roma da Giuseppe Orlando (che ha curato tra l’altro le incisioni di Necrodeath, Ephel Duat e molti altri) e successivamente masterizzato negli Stati Uniti presso il Visceral Studio, “Con cognizione di causa” vanta una produzione di buon livello, e suggerisce un approccio agli stilemi del genere che rifiuta – direi quasi programmaticamente – di farsi assimilare da attitudini, sonorità e “rumori” già prodotti in passato. Un suono moderno, brutale ed incisivo, che ricalca quanto introdotto nei precedenti lavori della band, e che corre come un’auto in corsa a folle velocità, risultando tanto incalzante quanto (molto spesso) difficile da memorizzare.

Un discorso a parte, a questo punto, meriterebbe la stesura dei testi, un insieme di frammenti dal significato insolitamente profondo quanto spesso criptico e, soprattutto (con l’eccezione delle due cover di Assuck e Terrorizer) scritti tutti in italiano. I loro contenuti spaziano dalla critica a determinati aspetti della società (Fellatiocrazia, TV Tara Volontà) fino ad arrivare a testi fortemente interiorizzati, tra cui spicca “Come pensi così sarai” (“L’equilibrio vitale è nel presente il passato è morto, il futuro inesistente. Attrai ciò che desideri, focalizzati: come pensi così sarai!“). 
Questa scelta, che accomuna il lavoro dei nostri con quelli dei conterranei Cripple Bastards, di per sè non sarebbe neanche sufficente per fare la differenza: ma questo nuovo lavoro degli Tsubo risulta devastante dal punto di vista musicale, ed il connubio tra le due cose risulta efficace anche solo per questa ragione. Un fiume in piena che fa esplodere, dopo circa metà disco, i “punti di contatto” dell’apparato uditivo dell’ascoltatore, e questo attraverso brani decisamente azzeccati intervallati ad altri, a dire la verità, probabilmente meno incisivi. Certo 20 tracce sono tante, e questo nonostante la loro durata non sia mai superiore ai due minuti, il tutto rischia – un po’ come accade, a mio avviso, con la maggioranza dei dischi crust – di distogliere l’attenzione e diluire troppo il tutto.

La capacità di variare gli stessi riff – probabilmente troppo “mitragliati” fin dall’inizio – rappresenta a mio parere il valore aggiunto di cui scrivevo poco fa, e dimostra coi fatti che si può fare grindcore senza ripetere ossessivamente i pattern che il genere sta riciclando da diversi anni. Del resto, un altro brano a mio parere notevole come “La quiete e la tempesta“, con la sua conclusione rallentata, mostra una band che ha ancora tantissimo da raccontare. Il vero problema, forse, è che non sarà agevolissimo seguire il complesso discorso portato avanti dai nostri musicisti, e questo perchè – forse troppo arditamente, forse in modo molto coraggioso – hanno relegato al grindcore (il genere più sporco, bastardo e inascoltabile che possa esistere) il compito di fornire una forma espressiva compiuta alle loro idee. È anche vero che, probabilmente, un numero inferiore di brani inseriti avrebbe potuto rendere maggiormente l’idea, ma si tratta di scelte su cui – in certa misura – è piuttosto difficile (o inopportuno) discutere.
Spero che questa mia considerazione non venga fraintesa come un lasciapassare per sminuire o denigrare il lavoro della band, ovviamente: “Con cognizione di causa” è un disco grindcore di quelli che vale la pena di ascoltare fino in fondo, e proprio per il tasso di originalità a mio parere superiore alla media.

A cura di Salvatore Headwolf
  • Band: Tsubo
  • Titolo: Con cognizione di causa
  • Anno: 2012
  • Etichetta: Eclectic Productions
  • Genere: Grindcore
  • Nazione: Italia

Tracklist: 
1- Matricidio
2- Cicatrici
3- Vermi
4- L’odio
5- Nel bene e nel mal
6- Come pensi così sarai
7- A-narcogrind
8- Non trovo pace (Sessosessione)
9- Terapia d’urto
10- Reminiscenza
11- Fellatiocrazia
12- La quiete e la tempesta
13- Salt mine (assuck cover)
14- TV (Tara Volontà)
15- Un nuovo taglio
16- Avvezzamento ciclico
17- Storm of stress (Terrorizer cover)
18- Furia procace
19- Riflessi d’evidenza
20- Colto da disperazione