The Evil Upon Us Fest II con Buffalo Grillz e altri: il report della serata!

The Evil Upon Us Fest II con Buffalo Grillz e altri: il report della serata!

Siamo a Martedì 27 Dicembre e dopo tanto tempo mi ritrovo al B-Side live pub di Rende (CS). Non calcavo l’ingresso del locale da ben due anni e l’occasione che mi ha visto ritornare è stato The Evil Upon Us fest, una piccola kermesse che ha visto sul palco del locale alcune bands calabresi e la partecipazione dei Buffalo Grillz in veste di headliners.

Ma partiamo dal principio… sapevo già che recandomi alla serata avrei trovato una certa accoglienza e tanta gente di mia conoscenza, avendo frequentato spesso il locale in passato, per cui neanche mi sono fatto il problema di mettermi in auto e partire alla volta di Cosenza da solo – e andare a un concerto da solo a volte risulta molto noioso, credetemi.

Arrivato a un’ora dall’apertura della sala concerti al pubblico, ne ho approfittato per saluti, convenevoli, sigaretta e bisogni fisiologici, per poi recarmi direttamente al tavolo merchandise per omaggiare con un pandoro i Buffalo Grillz, a nome di Suoni Distorti Magazine (cosa che in molti non credevano avrei fatto realmente).

Sono circa le 22 e dopo il tempo di prendere da bere sul palco salgono i Jana Draka, band dedita fondamentalmente ad un rock progressivo – condito da sinth – che non ha sdegnato anche qualche influsso alternative. La band, mai vista prima, mi ha piacevolmente colpito come tecnica e come presenza scenica dei membri (a tratti leggermente teatrale). Tutti a proprio agio sul palco, seppur – come genere – fuori linea dal resto del bill. Ma il mondo è bello perchè è vario ed i musicisti hanno fatto la loro bella figura, con un buon accompagnamento del pubblico – che nel tempo è andato aumentando.

Terminato lo spazio a loro dedicato inizia velocemente il cambio palco per accogliere gli I, Shiva (originalmente indicati come opener del festival, ma per motivi a me ignoti messi uno slot dopo) che si sono subito messi in mostra con un movimentato deathcore dalle fortissime influenze djent, talmente forti che in un paio di occasioni ho esclamato a un amico presente “bada lì, i figlioletti dei Meshuggah!” (con le dovute distanze del caso).

Nonostante siano giovanissimi, gli I,Shiva hanno tenuto uno show molto energico e con la giusta convinzione, pestando di brutto e mostrandosi abbastanza attitudinali – tra l’altro anche per loro è stata la mia prima esperienza d’ascolto. Certo, hanno da smussare qua e là un po’ di angolature sonore, ma credetemi che spaccano – nonostante il genere non sia dei miei preferiti. Una pecca che li ha colpiti è stato un po’ all’audio, all’inizio leggermente cacofonico. Teneteli d’occhio perché potrebbero essere una bella sorpresa per il futuro!

Subito dopo di loro è la volta dei Ghost Booster, band di cui vi parlai in più occasioni e che non vedevo dal vivo veramente da tanto tempo. L’ultima volta risale al 2013, quando suonarono di spalla ai Lord Vampyr – sempre qui al B-Side (il live report). Cosa aggiungere a quanto già detto sulla band? Sicuramente un rinvigorimento della performance, nonostante la band sia stata ferma per un po’ di tempo (cosa che ho saputo chiacchierando con qualche loro membro). I brani proposti hanno ricordato a chi li segue che i nostri non hanno intenzione di cedere, continuando il loro cammino alternative metal condito da un buon groove e alcuni spunti crossover oriented. Ottima tenuta di palco e anche per loro il meritato sèguito tra il pubblico.

Tra una nuova birra e qualche fumante sigaretta, vista la sala adibita per fumatori, ho fatto uno dei miei soliti giri scambiando opinioni e dando qualche occhiata di curiosità in mezzo ai pogatori, giusto per vedere se ci fosse qualche contuso, ma nulla (a tal proposito vi ricordo ‘Le 10 Regole del Pogo’)

Si giunge a metà cartellone con gli Unison Theory, la prima delle due band da fuori regione (ed entrambe dalla Capitale), che senza giri di parole ha iniziato a trascinare il pubblico con un bel death metal dal sound moderno con richiami core e pestando senza pietà. Un buon connubio sonoro da influenti richiami svedesi e tratti brutali con spruzzatine groove-ose. Ottima la presenza scenica, soprattutto ad opera del singer Alexander Startsev – senza sminuire il resto della band – che si è anche “lanciato” tra il pubblico durante la performance. Con l’occasione gli Unison Theory hanno presentato al pubblico calabrese i brani di ‘Actos’, debut album dalla lunga gestazione uscito lo scorso Ottobre per Time To Kill Records.

Penultimi, quindi prima degli headliners, gli Strike Avenue. Conoscevo solo di nome la band cosentina ma, per motivi vari, non sono riuscito mai a vederla dal vivo – nonostante sia in sesto da ben otto anni ed abbia alle spalle anche tre album e un ep. Gli Strike Avenue suonano un massiccio death metal di matrice americana contornato da influssi grindcore ed una buona potenza. Un sound monolitico e trascinante che, nonostante abbia molte radici nel passato, evita di plagiare “nomi grossi” – come spesso accade in tali contesti. Anche per loro una buona performance accompagnata da un pubblico abbastanza partecipe. Composizioni che non sono andate molto incontro ai miei personali gusti, ma, come ho detto, sono i miei gusti.

Si arriva alla tanto attesa parte finale con la band di punta della serata… il tempo di preparare a dovere strumentazioni e volumi per veder salire sul palco del B-Side i Buffalo Grillz. Anche di loro vi ho parlato spesso, sia in occasione del precedente album ‘Manzo Criminale’ (2012) che successiva intervista, tra le altre cose. E’ la terza volta che vedo la band dal vivo, ma la prima con la nuova formazione completa che vede due new entry: al basso Pacio (già Dr.Gore) e Maurizio Montagna alle pelli (dei deathsters Wiskey&Funeral).

La band ha proposto in maniera violenta e con l’attitudine predominante che da sempre la contraddistingue, sia brani tratti dai due precedenti album (‘Grind Canyon’, 2010 e ‘Manzo Criminale’, 2012) che alcune anticipazioni dal prossimo ‘Martin Burger King’, di cui l’uscita è prevista il prossimo Febbraio 2017. Cosa dire della loro performance? Impeccabile! Urla, salti, urla, riff sanguinari, urla, base ritmica guerrafondaia, urla, martelli pneumatici e nuovamente urla. Infatti il singer, come ormai ben saprete, utilizza la voce come strumento – quindi senza testo – lasciando che a farla da padrone siano i titoli dei brani.

Con i due ultimi membri aggiunti all’act, vi è stata un’evoluzione del sound, che da un grindcore ferale ha visto l’inserzione di tratti death / brutal death ed una maggiore tecnica comunque da parte di tutti i componenti. I Buffalo Grillz crescono, come cresciamo tutti artisticamente, mentalmente o come volete crescere voi; ma loro lo fanno sputandovi in faccia rasoiate sonore di volta in volta e con noncuranza. Dopo lo show ho avuto modo di raccogliere al volo una breve intervista – che potete ascoltare qui!

Fine delle danze con i meritati applausi, un pubblico che – soprattutto nella seconda parte del festival – si è agitato abbastanza, e una gran goduria per i padiglioni auricolari, per chi ama sonorità estreme. La seconda edizione del The Evil Upon Us Festival è andata veramente bene!

Al prossimo live da Francesco “Chiodometallico” Russo