STEVEN WILSON – Grace For Drowning

STEVEN WILSON – Grace For Drowning

Spesso sono ritenuto un esperto di musica progressive, in effetti qualche soddisfazione e qualche sassolino dalla scarpa me li sono tolti entrambi proprio con questo tipo di musica:

Un album da me prodotto è stato recensito come “da avere nella propria collezione di musica prog” (Doracor-Evanescenze) un altro come “il maestoso e sinfonico sound della band è stato catturato in maniera perfetta” (Balletto di Bronzo-Live in Rome), con i complimenti scritti del discografico, che in genere fa di tutto per sminuire il lavoro in modo da
poter chiedere uno sconto…
Ma, se venite a casa mia e spulciate nella mia collezione di vinili o fra i cd o su iTunes correte il rischio di rimanere delusi, tutta la mia collezione di progressive si riduce a: ‘Circus’ dei King Crimson, di cui ascolto solo il cd relativo ai ‘90, DVD King Crimson ‘Live in Japan’, ‘Abacab’ dei Genesis (che non è certo un album prog) e tengo in bella mostra nel mio studio una maglietta di Bowie del tour ’90 autografata da Adrian Belew (la parte prog è quella dell’autografo), oltre a ovviamente tutto il materiale di Gianni Leone-Balletto di Bronzo, che sta però nel reparto “lavoro”.
Ah, dovrebbe esserci pure una “musicassetta-cimelio” della PFM, ma sicuramente mia moglie l’ha buttata nel cassonetto della plastica!!!

I Pocupine Tree li ho sempre sentiti nominare perché con loro milita uno dei miei musicisti preferiti, Richard Barbieri (già con i Japan) un tastierista che adoro, ma non mi sono mai interessato a loro: al concerto a Roma Porcupine Tree + Balletto di Bronzo non ho nemmeno lavorato io, ero in ferie! Ma, facendo ascoltare la mia musica, quella che produco per me, sono stato accostato proprio al Porcupine Tree…. E’ possibile, se non li ho mai ascoltati?

Vado sul loro sito e do un’occhiata: c’è un album che fa al caso mio, ‘Coma Divine’, registrato dal vivo a Roma, non dovrei dirlo, ma vado sul “mulo” e lo scarico. E mi piace! Cerco di capire…
Digito “Porcupine Tree e Steven Wilson”, che ne è la mente, la chitarra e la voce, su Youtube e tra i vari filmati ce ne sono un paio che mi lasciano di stucco:
Jansen, Barbieri e Karn (RIP), ex membri dei Japan, suonavano con alla chitarra proprio  Steve Wilson, li ho visti varie volte dal vivo, ma sempre con David Torn… quindi questo Wilson ha collaborato pesantemente con alcuni dei miei musicisti preferiti e ci credo che la mia musica somiglia a quella della sua band, non perché io la scopiazzi, ma sicuramente perché abbiamo dei gusti in comune.

Certo quando Francesco (ChiodoMetallico) mi ha proposto di recensire il nuovo album di Steven Wilson, pensavo si trattasse di Steven Wilson, batterista romano, figlio del più noto Derek ed ho pure pensato: “bè sicuramente tra i musicisti troverò molti miei amici!”.
Poi ovviamente quando alla nota in allegato ho letto “progressive” ho capito di chi fosse veramente l’album.

Dico subito che dare una definizione a questo album è piuttosto riduttivo, è un lavoro molto vario, molto curato, dal suono superlativo. Se come progressive abbiamo in mente i Jetro Tull o band affini, siamo pesantemente fuori strada, se invece con questa definizione intendiamo un lavoro multiforme, dove l’artista può esprimersi come vuole allora potrebbe essere giusta. Qui c’è un pò di tutto, qualcosa ovviamente di tipo prog, qualcosa psichedelica, un bel pop d’autore e pure synth pop, a tratti anche influenze jazz/fusion.
‘Grace for Drawning’ si compone di due dischi, non sono molti brani ma la loro lunghezza probabilmente non faceva si che entrassero in un disco solo.
Questa divisione in due album (tre nella versione de luxe) non credo che sia una divisione tipica del prog, personalmente mi ricorda un pò ‘Gone to Earth’ di David Sylvian che il nostro sicuramente ha ascoltato, dove il primo disco è suonato e cantato, il secondo è totalmente ambient, qui la divisione non è così netta.

L’album si apre con la title track, il piano è di Jordan Rudess… si commenta da se!
Nel brano successivo ‘Secretarian’ si sentono tutti i King Crimson che il nostro ha ascoltato, qui il sound non è ottenuto con l’iperelettronica dell’immenso Fripp, ma piuttosto con strumenti acustici, molto bello. Da segnalare il solo di sax di Theo Travis che compare qui e in altri brani.
‘Deform to a Star’ non ha definizione è un brano bellissimo e basta, magistrale l’uso delle voci (Crosby e Nash o Simon e Garfunkel…la scuola è quella) gli arrangiamenti vocali e degli archi sono curati da Dave Stewart, (altro tra i miei musicisti preferiti) in tutto l’album.
Il basso è di Tony Levin come in quasi tutti i brani.
‘No Part of Me’ e ‘Postcard’ ricordano più da vicino il sound dei Porcupine Tree. Da segnalare le ospitate di Trey Gunn e Pat Mastelotto, due parti dei King Cimson.
‘Raider Prelude’: la musica ambient in classifica è andata con il lato B di quell’immenso album che è ‘Low’ di David Bowie, con l’elettronica di Brian Eno, per chi non sa di cosa parlo basta cercare “Warzawa” o “Sense of Doubt” e vi renderete conto che Steve le conosce bene.
‘Reminder the Black Dog’ è veramente difficile da classificare. Avant-garde? Boh! Le chitarre dissonanti sono di Steve Hackett.
Bellissime le chitarre acustiche di ‘Belle de Jour’, ricordano gli intrecci dei Genesis.
‘Index’: avete presente il Sylvian recente? Ho pensato “o è un genio o ci sta prendendo per il culo” ecco in quel mood Wilson ci ha fatto un bel pezzo. La batteria è ancora suonata da Mastelotto.
Bellissima ‘Track One’ con un’atmosfera intimista da arpeggio di chitarra acustica si trasforma in una cosa pesante e dissacrante per poi tornare intima e con un bel solo di chitarra elettrica.
Su ‘Raider II’ ritornano le atmosfere King Crimson.
‘Like dust I have Cleared…’ sembra una bellissima canzone, di quelle dei Pink Floyd scritta da David Gilmour.

Che dire? Un album eccezionale! Prog, pop, rock, jazz, avant-garde, elettronica…. Tutto! Un album di altri tempi, dei tempi in cui si investiva nella musica.
Sono senza parole, ho tentato di descriverlo, ma sicuramente ciò è riduttivo, per esempio, i nomi che ho dato come riferimento sono puramente indicativi, Steven va da se ha un suo modo di fare musica. Tutto ciò che potete fare è ascoltarlo.
Certo la maturità di Wilson, sempre più o meno definito come un ragazzo prodigio, è ormai accertata da tempo. E’ un musicista rifinitissimo che sceglie bene i suoi collaboratori, che poi sono tutti i miei musicisti preferiti, questo mi scatena anche un pò d’invidia (positiva ovviamente), comunque tra le soddisfazioni che mi sono tolto c’è quella di aver incontrato alcuni di loro ad un festival progressive dall’altra parte del mondo…ma attenzione: “il Balletto di Bronzo” era l’headliner, ovvio che un’ora prima dello show ho ingoiato un bel Tavor, chi non l’avrebbe fatto?

a cura di Nicola Di Già

Artista: Steven Wilson
Titolo: Grace For Drowning
Anno: 2011
Etichetta: KScope
Genere: Progressive Rock/Fusion/RockSperimentale
Nazione: Regno Unito

Tracklist:
CD1 – ‘Deform To From a Star’

1- Grace for Drowning
2- Sectarian
3- Deform to Form a Star
4- No Part of Me
5- Postcard
6- Raider Prelude
7- Remainder the Black Dog
CD2 – ‘Like Dust I Have Cleared from My Eye’
1- Belle de Jour
2- Index
3- Track One
4- Raider II
5- Like Dust I Have Cleared From My Eye

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