Soundreef: una valida alternativa alla Siae, ecco di che si tratta!

Non tutti sanno che dal monopolio SIAE (Società Italiana Autori ed Editori) è possibile divincolarsi e passare a valide alternative come Soundreef, senza alcun problema legale e pienamente tutelati, quindi alla luce del sole. Sebbene la start up, originaria dell’Inghilterra, sia attiva dal 2011, ancora c’è chi non la conosce o la conosce molto poco, diciamo “per sentito dire”.

Come evitare la SIAE?

Chi ci segue è a conoscenza del fatto che Suoni Distorti Magazine (e chi vi scrive personalmente) cerchiamo, quando e per come si può, di dare una dritta – senza alcuna presunzione – ai musicisti, soprattutto se giovani e ad inizio carriera, passando pubblicamente qualche informazione utile di cui veniamo a conoscenza.

Dopo alcune richieste di informazioni su Soundreef, a sèguito della notizia di Fedez (che ha recentemente abbandonato la Siae proprio a favore di Soundreef) abbiamo pensato di darvi qualche linea guida su questo nuova ed innovativa start up che, per quanto abbiamo appreso, risulta essere più trasparente e vantaggiosa della vecchia guardia; riportando il concetto del motto presentato “La nostra trasparenza è la tracciabilità, la convenienza è la velocità nel pagamento”. Per cui vediamo un po’ più nel dettaglio le condizioni ed i vantaggi proposti, fermo restando che per qualsiasi chiarimento e anche per semplice curiosità potete navigare nel sito ufficiale dove sono ben chiare tutte le proposte del caso.

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Cos’è Soundreef?

Partiamo innanzi tutto dalla base: Cos’è Soundreef? E’, in parole povere, “una Siae inglese” che si occupa di gestione e ripartizione di royalties per conto di autori, editori o etichette discografiche. La musica suonata in alcuni contesti viene analizzata, vengono recepiti i compensi pagati dagli utilizzatori e, di conseguenza, gli stessi vengono ripartiti in maniera analitica ad autori, editori ed etichette.

La principale forza motrice ed etica di Soundreef è che, dal punto di vista tecnico, è assolutamente possibile ripartire sempre e in (quasi) qualsiasi contesto il 100% delle utilizzazioni in maniera analitica. Non servono regole strane, nè criteri statistici, nè ripartizioni per forfait. Ciò che viene suonato deve essere pagato.

L’ente, passatemi il termine, si suddivide in sezioni specifiche, come normale che sia, riguardanti la registrazione di un’opera, la riproposizione in sede live, la riproduzione (come radio in-store, ad esempio) e la relativa tutela del contenuto a favore del depositario.

La possibilità di scelta ha due punti ben posti sui quali basarsi:

  • La direttiva Europea (2014/26/UE), che esplica “autori ed editori comprano e decidono dove vogliono e possono stare, anche con più società di intermediazione”. E l’Italia deve adeguarsi necessariamente, per non essere avversa allo spirito della direttiva europea.
  • Le collecting societies alternative alla Siae (come Soundreef) sono perfettamente legali in Italia, come decretato nell’Ottobre del 2014 dal tribunale di Milano. Anche con la tutela delle linee guida del libero mercato attive in Europa. [Per ulteriori dettagli potete scaricare il comunicato ufficiale qui]


Come spiegato a Rockit dal fondatore di Soundreef, Davide D’Atri, ci sono essenziali differente tra l’innovativa start up e la classica Siae:

Soundreef live, per esempio. D’Atri illustra <<noi rendicontiamo all’autore ed editore dopo solo 7 giorni dal concerto, mentre una collecting tradizionale può arrivare a rendicontare anche dopo 12 o 18 mesi. Per il pagamento, noi paghiamo entro 90 giorni dal concerto mentre una collecting normale può arrivare a pagare fino a 18-24 mesi dopo il concerto.>>

Viene utilizzato il borderò digitale, quindi niente più errori sui borderò cartacei che possono essere invalidati. L’utilizzo è semplice: <<La band, prima di procedere con il concerto (il giorno prima o quando preferisce), va sul suo account, seleziona i brani che ha registrato in precedenza (e quindi non li deve scrivere ogni volta ex-novo) e segnala che sta andando a suonare in un certo posto e in un certo giorno. A quel punto il sistema genera automaticamente un borderò digitale e una licenza che viene inviata automaticamente via mail all’organizzatore del concerto. L’organizzatore riceve il borderò già compilato, la licenza pre-compilata e fine. Il giorno dopo si collega a Soundreef, paga con carta di credito, paypal o bonifico e basta.>>

Un’altro punto a favore di Soundreef, oltre l’iscrizione gratuita e l’assenza di tasse annuali, è anche la trasparenza dell’informazione: <<ogni autore o editore che si iscrive a Soundreef (tra l’altro l’iscrizione è totalmente gratuita e non ci sono tasse annuali) ha un account online dove può visualizzare esattamente dove la sua musica viene suonata, quanto ha guadagnato e quando verrà pagato. Quindi in ogni momento si può risalire all’utilizzazione originale. Se ti arrivala cifra X sai perfettamente da dove ti arriva e perchè>>

Per quanto riguarda il contesto delle radio in-store, invece, D’Atri spiega: <<dal 2011 licenziamo il nostro catalogo a grandi catene italiane ed europee. Queste catene, come per esempio Auchan che è nostro cliente in Italia, invece di licenziare il catalogo Siae licenzia quello Soundreef. Noi mandiamo la musica alla radio in-store che la catena più preferisce, e poi la radio in-store gestisce la musica per conto della catena.>>

Come guadagna Soundreef?

Ovviamente una start up viene portata avanti come attività lavorativa, per cui vi starete chiedendo, come è lecito che sia, da dove e come prende i propri guadagni Soundreef? nello specifico il 32% su Soundreef live e il 50% su Soundreef in-store (comprensivo però di selezione, catalogazione, promozione e consegna della musica alle catene e gestione delle playlist).

Soundreef in Italia si appoggia ad un’altra trasparente realtà come Patamu, ma per tutto quello che riguarda ulteriori e specifici dettagli vi invitiamo a visitare il sito ufficiale, dove è presente anche la sezione dedicata ad ogni singolo aspetto.

Attualmente Soundreef mantiene, come spiega D’Atri a Urban Post: <<oltre 150.000 brani appartenenti a 20.000 aventi diritto in oltre venti paesi del mondo. Ci sono tantissimi artisti, autori ed editori, che si stanno avvicinando alla nostra realtà anche grazie alla notizia di Fedez>>

In conclusione non posso che augurare buona musica a tutti! Di seguito vi riportiamo tutti gli spazi social web ufficiali di Soundreef:

Facebook / Twitter / Youtube

Soundreef

A cura di Francesco “Chiodometallico” Russo