OPUS DORIA – Infraworld

OPUS DORIA – Infraworld

Il primo termine del nome con cui la band francese si presenta è “Opus”, che secondo lo studio etimologico dei termini, in ambito di musica classica richiama la catalogazione numerata di opere inerenti ad un autore o ad un’opera .
Tramite il secondo, “Doria”, si cerca di evocare il modulo musicale dorico, elemento portante della musica nell’Antica Grecia, utilizzato durante il periodo Medievale nell’ambito del canto gregoriano.
Il collegamento però non riguarda solamente l’ambito musicale, ma ha radici più profonde: i teorici medievali dell’epoca carolingia si proponevano di riscoprire i legami con
le tradizioni del passato, distrutte dalle invasioni barbariche dei popoli nordici.
La band, di formazione recente, nata verso la fine del 2009, si presenta a noi nel 2011, attraverso ‘Infraworld’ il suo primo album al quale non associamo alcuna casa discografica poiché autoprodotto.
La copertina del cd presenta in primo piano una fanciulla che osserva il paesaggio che le si prospetta dinnanzi: è un territorio che cela qualcosa di magico, fantastico, meraviglioso…

L’ascoltatore passa dalla realtà alla “Terra di Mezzo” (Infraworld), e da qui, tramite la magia della musica, arriva al Mondo dei sogni.
Nell’universo che gli Opus Doria hanno creato si sente fortemente il richiamo delle scene epiche, all’interno delle quali regna il misticismo e l’irreale.
Secondo una “lettura” dell’opera in chiave allegorica, gli Opus Doria danno la propria interpretazione dell’eterna lotta fra la Luce e le Tenebre, il Bene ed il Male, che prende corpo attraverso i virtuosi pezzi strumentali caratterizzati dall’onnipresenza del violoncello e della tastiera, e tramite il contrasto fra la dolcezza della voce di Maela Vergnes ed i riff potenti della chitarra tipici dell’heavy e del power metal.
La cantante riesce ad avere un buon controllo della propria voce, anche se trova qualche difficoltà nelle tonalità basse che a volte non sono del tutto sostenute.
In complesso però la voce è buona,caratterizzata da suoni soffusi e poco pronunciati per le note gravi, e dalla rotondità e morbidezza che riesce a conferire ai suoi acuti.

La band ha una formazione classica, ma intraprende l’approccio al symphonic metal, anche se sono presenti caratteristiche tipicamente power e talvolta heavy metal. Si sente l’influenza della musica Folk e a volte si percepiscono i richiami tipici delle colonne sonore dei film.
Nelle tracce contenute, si sente soprattutto l’influenza della musica classica, del power e symphonic metal, ed a tratti, è possibile avvertire gli elementi caratteristici delle colonne sonore dei film.
Il brano ‘The First Crusade’ ci presenta un’introduzione che richiama gli “stornelli” tipici della cultura celtica, per poi passare ad un ritmo più veloce ed incalzante.
Sembra infatti di trovarsi sulla sella di un energico puledro che, con il suo galoppo sfrenato c’introduce in questo regno fantastico all’interno del quale siamo i fedeli cavalieri che lottano per diffondere il nome della loro Amata Sovrana: la Regina Musica.
L’elemento caratterizzante che richiama il suono degli zoccoli equini si ritrova anche nell’intro e nell’outro di ‘The Mission’.

Diverso è l’andamento di ‘Reborn’, nel quale regna la voce morbida e limpida del soprano, che a tratti, ricorda quella di Simon Simons in ‘Linger’.
Attraverso l’ultima traccia: ‘A Lost Planet’, sembra che gli Opus Doria, dopo averci introdotti nel loro Paese delle Meraviglie, ci salutino per poter lasciarci a contemplare l’opera che hanno saputo creare e della quale ci fanno omaggio…

a cura di Cathy Chrow

Band: Opus Doria
Titolo: Infraworld
Anno: 2011
Etichetta: Nessuna

Genere: Symphonic/Power Metal
Nazione: Francia

Tracklist:
1- The Sundial
2- The Quest
3- Brain Machine
4- The First Crusade
5- The Cry Of The Knight
6- The Mission
7- Reborn
8- Wind Whispers
9- Space Of Dilemma
10- Lost Planet

Lineup:
Maela Vergnes – voce
Laura Nicogossian – keyboards, piano e  cori
Flavie Nicogossian – violoncello e cori
Alexandre Warot – chitarra

Yannick Hubert – basso