MORBID ANGEL – Illud Divinum Insanus

MORBID ANGEL – Illud Divinum Insanus

Tra gli album più attesi dai fans del Death Metal c’era quello dei Morbid Angel. Ed ecco che dopo otto anni di lunga attesa, tra cui anche la mia, gli americani si ripresentano al pubblico con un album a dir poco spiazzante ed io “costretto” ad ascoltarlo tutto, e più volte, per fare la recensione.

Il loro genere si è tramutato in un Death/Industrial oltretutto poco riuscito. Ma andiamo con ordine…

Dopo l’intro si parte con ‘Too Extreme‘ che merita accoglimento nelle dance floor più che in un concerto death metal. Il pezzo mi ha lascito senza parole! Un esperimento non andato a buon fine, ma almeno ci hanno provato. La sensazione di togliere il cd dal lettore è stata forte ma ho continuato l’ascolto per portare avanti la recensione. ‘Existo Vulgore’ porta in mente la proposta del precedente lavoro, ‘Heretic’, mentre ‘Blades For Baal’ sembra riportare la band sui propri fasti con velocità, aggressività e precisione.

Io sono sempre stato a favore di innovazioni e sperimentazioni varie, ma qui ci troviamo fondamentalmente al cospetto di una sperimentazione mal riuscita ed oltretutto di situazioni già proposte da altre band negli anni scorsi, quindi parlare di innovazioni nel senso stretto del termine suonerebbe anche un pò fittizio.

‘I Am Morbid’ ha un inizio inusuale ma, a mio avviso carino, praticamente si sente una folla da stadio acclamare la band e subito ci si ritrova in un mix di Death Metal e Rock’n’Roll moderno di scuola americana. Certo nulla di innovativo ma dall’ascolto piacevole. Oltre a qualche strizzatina d’occhio ai vari Kovenant e Murderdolls. ’10 More Dead’ scorre piacevole ma sotto tono rispetto a tutto quello portato avanti dalla band sino ad oggi, anzi sino ad otto anni fa.

‘Destructos VS The Earth /Attack’ è un pezzo degno di Marilyn Manson più che dei Morbid Angel, e con questo vi ho detto tutto. I nostri praticamente hanno cercato di presentare un loro modo di intendere l’Industrial con anni di ritardo ed in modo molto poco positivo e personale. ‘Nevermore’ sembra aver fatto rinsavire la band con un loro più classico sound. Certo non avanzando nulla di non già sentito, ma una vera mazzata death senza compromessi. Non voglio apparire a tutti i costi come un conservatore, ma preferisco i Morbid Angel con il vecchio “stampo” se paragonati al progetto attuale. ‘Beauty Meets Beast’ insieme al pezzo precedente è un ritorno ai vecchi fasti della band.

‘Radikult’ è un altro esempio di mix tra death metal e new glam con risonanze industrial che a mio avviso è stato composto dilungandosi troppo. Di fatto creare un pezzo simile della durata di più di sette minuti lo trovo eccessivo, ma non nascondo che il pezzo non è così malaccio, se non consideriamo che a proporlo siano i Morbid Angel. A concludere ‘Profundis- Mea Culpa’ che mi ha lasciato letteralmente colpito per la sua indole elettronica. Un pezzo che non è nè carne nè pesce. Personalmente avrei preferito non ascoltarlo, seppur molto devastante, ma che avrei preferito ascoltare ad un rave party in qualche bosco e non su un cd dei mostri del Death Metal!

Tirando le somme, il lavoro farà storcere il naso ai più, e conferma che la band ad ora di innovare perde solamente credibilità. Il punto non è il fatto di rimanere chiusi in uno stile ben delineato senza osare, ma almeno perfezionarsi nella nuova strada intrapresa e presentare un lavoro convincente e ban fatto, cosa che non è questo ‘Illud Divinum Insanus’. Mi chiedo cosa sia cambiato in Dave Vincent dopo l’esperienza con i Genitortures e cosa abbia portato di conseguenza questo all’interno della band…

A cura di Francesco “Chiodometallico” Russo

  • Band: Morbid Angel
  • Titolo: Illud Divinum Insanus
  • Anno: 2011
  • Etichetta: Season Of Mist
  • Genere: Death Metal/Industrial
  • Nazione: Florida – U.S.A.

Tracklist:

  1. Omni Potens (intro)
  2. Too Extreme!
  3. Existo Vulgore
  4. Blades For Baal
  5. I Am Morbid
  6. 10 More Dead
  7. Destructos VS Earth / Attack
  8. Nevermore
  9. Beauty Meets Beast
  10. Radikult
  11. Profundis – Mea Culpa

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