Intervista ai Tombstone (e Rik Forsenna)

Intervista ai Tombstone (e Rik Forsenna)

Quando il direttore di Suoni Distorti Magazine mi ha chiesto di intervistare Rik Forsenna, fondatore e leader di una delle più significative band toscane (i Tombstone), son quasi saltata sulla sedia per il piacere e per la sorpresa. Forsenna è un vero “rocker” (ma non solo “rocker”), uno di quelli autentici, in grado di distinguersi dai troppi che lo sono solo d’immagine e non di sostanza.

Di solito, quando rimonto un’intervista, cerco di comporla in modo discorsivo. Stavolta non lo farò, limitandomi a trascrivere le esatte parole che Rik Forsenna ha scelto di usare per rispondere alle mie domande. Nessun sinonimo, nessuna correzione, nessun riadattamento. E nessun commento della sottoscritta.

L’ho suddivisa in due sezioni; la prima riguarda la band dei Tombstone, la seconda verte più dettagliatamente sull’eclettico Rik Forsenna. Leggete, gustate, sentite…

LA BAND

Prima di addentrarci nelle vicende della band, una domanda quasi inevitabile: perchè “Tombstone”?

E’ un nome che mi colpì subito…lo trovai significativo…dal sapor misteri’oso e particolare…ho sempre avuto poi attrazione per l’oscuro (croci-cimiteri-teschi) ed è assoluta’mente positivo per il mio sentire: creare vita in musica per far si che la morte non vinca mai e quindi da un immagine tetra della pres’unta fine un qualcosa che rinasce oltre con la band attraverso il potere bene’fico delle songs.

I Tombstone sono un gruppo storico nel panorama fiorentino in particolare e toscano in generale. Si sono formati nel 1988 per volontà tua e di Isma La Strega: cosa facevi prima di formare la band?

Prima della band ero uno sbandato vagabondo cosa che ho affinato nel tempo presente… quindi giravo inquieto per non inciampare ferendomi spess’oh per trovare una via di fuga dall’irrealtà.

Attraversando vari cambi di line up, avete partorito “Rotten Power” nel 1990 e “Nagual” nel 1993. Poi avete pubblicato il full-length “The Manitou Hill” nel 1999. Dopo di che… ci sono stati dieci anni di “buio”. Cosa successe nel 1999? Qual è stata la “tombstone” che ha determinato questo sonno lungo dieci anni? 

Nel 1999 la band si sciolse naturalmente senza fila e fondi di attriti interni… penso per il motivo che in quel momento era giusto fosse così…

Descrivici “The Manitou Hill”: se tu lo dovessi raccontare a chi non vi conosce, come potresti definirlo? 

‘Manitou Hill’ è stato il mio parto rabbioso per dimostrare che la band era viva, nonostante momenti pesanti di lacrime e sogni infranti quando i Tombstone si sciolsero alcuni anni prima: fu dura e l’album nacque dopo anni di prove e fatica… ricordo con piacere il supporto amichevole di tutti: Francis Squid (basso) Ronny Wild (batteria) Mark Raid e Jon Vendetta alle chitarre e il prezioso supporto tastieristico del Doctor Okkultis…è un lavoro che ritengo discreto:

‘Manitou Hill’ è un bel pezzo… e poi anche ‘Human Guinea Pig’ (nata come idea riffata con la line-up prece’dente)… gli altri erano rifacimenti del vecchio repertorio + una cover dei Deep…la produzione penalizzò un pò il suono e la resa, ma comunque era un nuovo figlio per me e quindi era bello a pre’scindere.

Sia gli ex Tombstone che gli attuali Tombstone hanno un soprannome assieme al nome: sta ad indicare la loro caratteristica principale? Chi lo ha scelto per loro?

I soprannomi alcuni l’ho scelti io… altri i membri stessi… mi piaceva l’idea che uno potesse chiamarsi come desiderava e sentiva.

 

Nel 2009 i Tombstone risorgono e tornano in sala d’incisione. Nel 2010 riscoprono il live. E nel 2012 pubblicano “Live Approach”, EP autoprodotto (già da noi recensito) che ripropone materiale storico della band rinnovato negli arrangiamenti. Qual è stata la spinta vitale che ha portato a questa fulminante rinascita?

La spinta vitale fu una mattina al telefono con Tormento (il bassista ndr) al quale dissi: riformiamo la band? Mi rispose: si… che spettacool: subito una gioia infinita ci travolse e da lì yeam/ …era ritornato il momento giusto.

State lavorando ai nuovi pezzi: nel corso di questi anni, è cambiata l’essenza dei Tombstone, oppure si è mantenuta intatta? Se è cambiata… cosa ha perso e cosa ha trovato? In cosa è diversa? 

Parallela’mente ai live stiamo lavorando al nuovo CD di inediti (3 pezzi son già fatti benchè non si droghino) l’essenza è la stessa…anzi…si è arricchita di sfumature in profondità e ricerca…non penso che si perda ciò che è passato ma serva come guida spirituale maledetta per crescere sempre ogni giorno e migliorarsi…

Si cambia ogni istante e quindi è stimolante trovare sbocchi sonori dove avventurarsi…è chiaro che amiamo da sempre il metal sound e quindi fa parte dei nostri geni sregolati…sarà diversa solo per le naturali influenze di ciascuno di noi.

Per me spesso è difficile inquadrare la produzione musicale di un gruppo entro una precisa classificazione, perchè spesso si possono riscontrare più correnti che confluiscono nell’espressione globale. Tu come definisci la musica dei Tombstone? Quali sono i generi e gli artisti che hanno influenzato maggiormente la vostra produzione?

La nostra musica è genere Tombstone: le influenze ci son per tutti noi e sono svariate: dai Deep Purple/ Black Sabbath/ Savatage/ Megadeth/ Pantera/ Pearl Jam/ Iron Maiden/ Whitesnake/ Pink Floyd/ Beatles/ Led Zeppelin/ Eagles/ Doors/ etc’etera!

Detto questo: cosa vogliono comunicare i Tombstone? Quali sono le molle emotive e concettuali che stanno alla base delle vostre creazioni?

Attraverso la nostra passione in musica vogliamo regalare quell’emozioni a chi ci ascolta che per primi viviamo a pelle quando suoniamo… questo conta ed è importante…i nostri testi parl’ano di ciò che ci circonda e viviamo sulla pelle… respiriamo nei sogni… o che osserviamo in questo mondemente… comunque sia son liriche a 361°.

Fai un augurio ai Tombstone, a modo tuo!

Augurock ai miei Tom/bstone che il presente ribelle sia atto rivoluzionario futuro’n’roll…

RIK FORSENNA

Noi vorremmo conoscere meglio Rik Forsenna. Che dici… ci provi’amo Rik? Tanto per cominciare… Rik nasce nel fantastico 19… e da subito dimostra grandi doti…

Ok, ok… la pianto; lasciamo avvolte nel mistero la tua prima infanzia e la data del tuo compleanno… Dopo che il diavolo ha fatto il patto con me ora gli chiederò la sua vera età…

Tu nasci come batterista, da qui il tuo nome Forsenna, tanto per chiarire qual è il tuo modo di picchiare con le bacchette. Poi sei diventato la voce della band. Suoni ancora la batteria? Cos’è per te questo strumento?

La batteria è stato il mio primo amor anche se cantavo da sempre… ed essendone innamorato la picchiavo troppo e l’ho lasciata piena di lividi per dedicarmi a cantare completa’mente… ogni tantolò suono quella di El Tiburon (batterista della band, ndr) alla stanza prove qualche minuto… il senso del ritmo c’è sempre… il resto no… quindi mi stoppo a brevilineo…

Comunqui quo qua per me è sempre un dolce ricordo drummato di scarsità tecnica ma fertile di costant’emotiva.

Tu definisci te stesso come: ribelle, strano, istintivo, sincero, disordinatissimo, “imbra’nato” nel trovare la strada, irrequieto, incosciente, imprevedibile anche per te stesso. Io a volte ho la sensazione che tu sia tutto ciò assieme… ma anche il contrario. Chi è quindi Rik Forsenna

B’Ella domanda quest’ura: beh sto cercando di capire anch’io quello che sono…sempre che poi sarò quel che sembro ora e magari domani no oppure anche si…si vedrà anzi vedrò oppure comprenderò…finchè morte non ci separè.

I Tombstone sono essenzialmente un tuo progetto; un progetto che non hai mai abbandonato, nemmeno negli anni di silenzio, covandolo come fuoco sotto la cenere. I Tombstone sono il tuo canale per esprimerti attraverso la musica. Quali parti di te emergono quando sei Rik Forsenna, cantante e anima di questa band?

Emerge il mio st’atollo animale ribelle libero e selvaggio… come poi sono anche in realtà… me gusta’Stone sapere che combinerò visto che sono imprevedibile anche con me sfesso.

Negli anni, con i vari cambi di line up, come avete reclutato i vari musicisti? E tra coloro che hanno fatto e fanno tuttora parte della band, ci sono stati o ci sono ancora alcuni che puoi veramente definire “amici”? 

Ho reclutato nella scuderia Tombale i musicisti attraverso amicizie sia legate agli stessi o nell’ambiente music’anale… Si certo alcuni li sento amici anche se il tempo’rale ha allonta’nato i rapporti nel sentirci come era nel passato di pomodorock: in una band l’amicizia è vitale per poter esser gruppo… i miei attuali brotherstone sono creature a cui voglio forsennata’mente bene e stimo davvero.. ottimi musicisti… seri semplici ed affidabili… è una gioia sepolcrale poter interagire con l’oro.

La tua creatività non si limita al settore musicale; tu scrivi poesie, dipingi, realizzi opere artistiche di vario tipo. Ti definisci un “creativo senza tecnica”, quindi non pratichi queste forme espressive per educazione ma per passione. Come mai senti il bisogno di utilizzare tutti questi linguaggi per comunicare te stesso Quali sono i “demoni” che si agitano dentro a Rik Forsenna?

Mi piace concretizzare sempre la mia ispir’azione…i miei demoni son assetati di sangue fresco’n’roll.

Usi spesso un linguaggio scritto molto particolare, in cui scomponi le parole separando le varie parti con un apostrofo, facendo sì che assumano un ulteriore significato rispetto a quello universalmente noto. Da dove viene questa tua personalissima attitudine?

Quest’attitudine scrikttogr’afa vien dall’is’tinto n’ero e non sogli’olà.

Dici di essere anche un “malvivente con sani principi”: cosa fa di te un malvivente e quali sono i sani principi che ti guidano?

La malvivenza nell’attualità è un principio sano…è un legame indis’solubile nel quale cerco sempre di trovare il ban’dolo dell’incosciente matassa.

Come vede Rik Forsenna il panorama underground italiano? E come vede Rik Forsenna il mondo attuale? Se lo guarda, ovviamente. Quali caratteristiche umane ti fanno odiare il genere umano e quali invece te lo fanno amare? Sempre che tu lo odi o lo ami, qua e là.

L’underground è colorato di buone band che suonano con il cuore ed hanno qualcosa da dire… la cosa negativa è che ci sono molte che music’ano solo per competizione, per poter esser le prime e migliori nei compli’mentos salendo però soltanto sul po’dio dell’invidia… ma ciò che conta è il feeling… e non “essere bravi ma freddi” chiusi nella propria idiozia vuota che con la ver’arte non ha niente a che fare….

Riguar’dolo il mondo attuale è una schifezza pati’nata di falsità ma sono per natura otti’mista e credo nella potenzialità positiva di ogni forma vivente….e quindi amo i cuori puri mentre è un ribrezzo il notare la cors’assurda per avere e non essere.

Quando non è impegnato a produrre arte, cosa fa Rik Forsenna

Quando non produco arte’fatta litigo e mando affankulos i polliziotti o i carabiscemi… anche i controllori del tram obliterandoli il mio dissen’so… e non solo, ma in compagnia di me’desimo.

Cosa ascolta Rik Forsenna quando cerca la pace? E cosa ascolta quando invece insegue la ribellione?

Ascolto la mia ribellione per stare in pace e sempre con vo’lume acceso.

CONCLUSIONE

Ti ringrazio moltissimo per la disponibilità che mi hai dimostrato; per me è stato davvero un piacere ed anche un onore poterti intervistare. Lascio a te la chiusa: saluta a modo tuo i lettori di Suoni Distorti Magazine. Ci vediamo ai prossimi concerti dei Tombstone!

Grazie’n’roll a te senorit’Ella…nel piacerikambiato di onorock anche da parte di tutta la bandStone: ti e vi aspettiamOn Stage per sinergiare di yeam/ !!!!

Per seguire la band: Facebook.
A cura di Ella May