Intervista agli Illogicist

Intervista agli Illogicist

Una band che ha saputo costruirsi un buon seguito a livello mondiale e che ad oggi ha sempre fatto parlar bene di se è quella degli Illogicist.
Dopo aver ascoltato il loro buon ‘The Unconsciouness Of Living’ ho colto l’occasione per intervistarli e portarli un pò più vicini a voi. 

Ecco di cosa ho parlato con Luca, l’unico dei fondatori della band rimasto in line up….
Ragazzi benvenuti su Suoni Distorti Magazine! E’ un piacere poter ospitare un’importante realtà musicale come voi. In caso qualche lettore non vi conosca bene, volete fare una breve presentazione della band?
Piacere nostro! Grazie mille per ospitarci sulle vostre pagine!
Gli Illogicist sono nati nel 1997, anche se io, Luca, sono l’unico membro fondatore rimasto nella line-up attuale. La band si stabilizzò all’inizio degli anni 2000, con l’entrata in formazione di Emi Dattolo al basso e Diego Ambrosi alla chitarra.
Abbiamo alle spalle 2 Ep e 3 full-lenght, prodotti da label come Crash Music Inc, WIllowtip Records, Candlelight Records e HammerHeart Records, che abbiamo promosso suonando in lungo e in largo tra Europa e Stati Uniti.
Se fossi costretto a definire il genere musicale che suoniamo, lo descriverei come una sorta di progressive death metal, anche se non mi piace dare delle etichette.

Andando subito al sodo….. siete da poco riapparsi nel mercato discografico con il buon 

‘The Unconsciouness Of Living’. L’ultima vostra pubblicazione risaliva al 2007 con ‘The Insight Eye’. Cos’hanno fatto gli Illogicist in questi circa tre anni e mezzo di silenzio? E’ cambiato qualcosa?
I primi due anni sono stati dedicati alla promozione live del nostro disco precedente, “The Insight Eye”; abbiamo suonato più di 100 concerti in due anni circa, spaziando appunto tra USA, Europa e Nord Africa. L’ultimo anno invece è stato dedicato alla stesura e alla produzione del nuovo disco.

Troviamo un nuovo membro in line up, ossia l’ottimo drummer Alessandro Tinti. Presentateci il nuovo arrivato…..
Ex nuovo arrivato direi eheh… Alessandro ha lasciato la band subito dopo la registrazione del nuovo disco, perché non riusciva più a far fronte agli impegni richiesti. Con lui però abbiamo condiviso moltissime date live e lo ringraziamo per l’impegno dedicatoci in questi anni.

Ah ecco questa mi è nuova! L’album è uscito prima negli Usa, se non erro a Novembre, tramite Willowtip Records, da poco in Europa tramite Candlelight Records. Come vi trovate con loro? E che riscontri avete avuto ad ora negli States?
In Europa è uscito per Hammerheart Records; Candlelight aveva in licenza il nostro disco precedente.
Per il resto con Willowtip ci troviamo ottimamente, ci hanno sempre supportato al meglio delle loro possibilità.
Negli States abbiamo avuto ottimi riscontri; siamo molto conosciuti, decisamente più che in Europa ed in Italia. Durante la nostra tourne americana del 2008 sono rimasto piacevolmente stupito dal fatto che molte persone ci conoscessero e conoscessero le nostre canzoni.

Durante l’ascolto dell’album ho riscontrato molte influenze di matrice Schuldiner-iane ed alcune trovate che farebbero pensare ai Meshuggah (tra gli altri), con molte variegature progressive ed un buon gusto nell’unire parti veloci con momenti più ragionati ed a volte claustrofobici. 

Ma qual è il vostro background musicale? Cosa vi ha portato a concepire la musica per come la concepite oggi?
Bella domanda…direi che ognuno di noi ha gusti musicali molto ampi, dal metal più estremo al jazz, alla fusion e alla musica classica. 
Sicuramente nel mio caso sono stato molto influenzato in ambito heavy metal da band come Iron Maiden e Death.
Adoro la fusion e la musica progressive così come molti altri generi musicali. Posso affermare che la mia concezione di musica è dovuta ad un insieme di esperienze maturate da quando ero bimbo fino ad oggi. 
Non ci poniamo limiti se non quelli di impegnarci per cercare di trasformare le nostre emozioni in musica.

Mi illustreresti com’è avvenuto il processo compositivo del lavoro? Avete programmato a priori come avrebbe dovuto suonare l’album o avete lasciato che fosse l’istinto a guidarvi principalmente?
Direi proprio l’istinto. Come maggior compositore della band ho impostato le linee guida di come avrebbe dovuto suonare il nuovo disco ed ho iniziato a scrivere il materiale.
Insieme agli altri abbiamo lavorato sugli arrangiamenti ed abbiamo dato forma alle idee.

Per quel che riguarda i testi, invece, c’è un messaggio in particolare che volete tramandare all’ascoltatore? Quali sono le tematiche che prediligete principalmente e perchè?
Potrei tranquillamente definire “The Unconsciousness of Living” come un concept album basato sul tema della contrapposizione tra vita e morte, dall’inconsapevolezza del vivere in relazione al passare del tempo, al vivere il proprio quotidiano e le proprie esperienze, al combattere con i propri fantasmi senza essere vinti.

Spendiamo anche qualche parola sull’artwork… chi ha curato il tutto? L’immagine ha un certo effetto, soprattutto se associata al titolo…..
Dopo anni che lo importunavo, sono riuscito a lavorare assieme a Travis Smith.
Da una mia idea lui è riuscito a mettere in immagini in modo intenso ed evocativo il concetto chiave del disco. Travis è in assoluto il mio illustratore preferito e siamo fieri sia stato lui a disegnare la nostra copertina.

Siete attivi da quindici anni. Che visioni avete riguardo al panorama metal italiano? Cosa è peggiorato o migliorato secondo voi in tutti questi anni?
E’ migliorata la qualità dei gruppi che ci sono in giro, questo sicuramente, però allo stesso tempo è peggiorata l’attenzione per la scena…e la possibilità di suonare live senza esser presi in giro dai proprietari dei locali e dai promoters riguardo ai cachet…
La scena metal underground in Italia è decisamente in stand-by al momento, ma spero proprio che la cosa si sblocchi a breve.

Io sono tra quelli che condannano, in un certo senso, l’eccessiva esterofilia dei kids italiani. Voglio dire, va bene che si seguano band d’oltre confine (d’altronde lo faccio anch’io come tutti) ma purtroppo, spesso, non si dedica la dovuta attenzione in casa propria.
Vedasi ad esempio bands come i Lacuna Coil ed i Sadist, che hanno avuto molto più successo fuori dalla madre patria. A differenza nostra, nazioni come la Germania, la Norvegia ed altre, riescono a valorizzare i “prodotti” di casa propria. Cosa pensate a tal riguardo?

Penso che tu abbia pienamente ragione. Non dico di glorificare i propri gruppi in patria a prescindere dalla loro musica, ma nemmeno di ignorarli solo perché italiani.
Come ti accennavo in precedenza siamo rimasti decisamente sorpresi di esser più conosciuti ed apprezzati all’estero che in Italia, e questo fa decisamente pensare.

Tornando a voi, ed a proposito dei Sadist….. vi siete affidati alla Nadir Promotion del buonTrevor (dei Sadist, appunto), per la fase di promozione. Vi siete trovati bene con loro? Hanno fatto un buon lavoro per quel che ho potuto riscontrare…..
Dopo 15 anni che mi occupavo personalmente della promozione ho deciso di iniziare a delegare e devo dire che Trevor ha fatto un ottimo lavoro.
E’ difficile trovare delle agenzie che non cerchino in qualche modo di estorcere denari con l’inganno e con false promesse.

Essendo in dirittura d’arrivo, non posso non chiedervi se potresti anticiparci i prossimi passi della band. Avete già qualche concerto programmato?
Al momento abbiamo dovuto sospendere l’attività live, dato che siamo rimasti senza un batterista; a proposito…se qualcuno fosse interessato e si sentisse pronto a buttarsi in un progetto come il nostro, non esiti a contattarci via mail a emilio@illogicist.com

Bene, vi ringrazio per il tempo che mi avete concesso e per la gentilezza mostrata. Vi auguro di continuare positivamente sulla vostra strada per molto tempo ancora. Concludi l’intervista come preferisci ed alla prossima!
Grazie mille a te per la pazienza e per il supporto. Ripropongo in chiusura l’appello per la nostra ricerca di un batterista in pianta stabile. Spargete il verbo!
E mi raccomando, la scena Italiana ha bisogno di esser supportata molto di più di quello che è al momento; dobbiamo impegnarci tutti maggiormente e supportare le ottime band che abbiamo in casa nostra.

Illogicist – ‘Ghosts Of Unconsciousness’
Per seguire la band:

Sito, Pagina e Profilo facebook, MySpace e Reverbnation.

a cura di Francesco ChiodoMetallico