INHALE YOUR HATE – Denial Solution

INHALE YOUR HATE – Denial Solution
Gli Inhale Your Hate si muovono piuttosto agevolmente nella scena veronese hardcore, senza disdegnare più di una strizzata d’occhio all’ondata di metal meno tradizionalista, o – se preferite – quella che in molti definiscono (spesso a torto, o senza troppa attenzione) come “new“. Questo, peraltro, senza che tale definizione ristretta – usata solitamente in modo dispregiativo – possa calzare sulla pelle multi-sfaccettata dei nostri o, peggio che peggio, risultare in qualche modo riduttiva.
I nostri, è bene specificare, non sono affatto banalotti come il succitato neologismo potrebbe portare a pensare: questo probabilmente perchè, dopo un paio di ascolti, riesci a renderti conto che la componente prettamente punk si impone, e lo fa  con identità ed un certo ordine di idee, concretizzando una band molto compatta e altrettanto precisa nel seguire gli stilemi di un genere molto focalizzato. Questo, ricomponendo una molteplicità di influenze estreme difficili da catalogare, permette agli Inhale di proporre le più classiche schitarrate in palm mute (la compattissima “Fears at mirror” ne è un esempio), qualche accenno sperimentalistico-elettronico e gli immancabili, direi, cori alla Agnostic Front (“Never falling apart” o la tostissima “Shut the fuck up“). Una violenza devastante e tritaossa, in definitiva, e anche estremamente ragionata e lucida, che trova la propria ragion d’essere all’interno di un contesto ben strutturato per quanto, sostanzialmente, fin troppo noto agli ascoltatori più avvezzi al genere.
Attivi dal 2006 e con un album ufficiale alle spalle, gli “inalatori di odio” propongono durante questo secondo “Denial Solution” un hardcore contaminato e, a tratti, forse un po’ stereotipato, in linea con le evoluzioni stilistiche delle band americane “gemelle”. Le idee non mancano, ed il mio vuole essere un monito alla band a non cadere vittima, nè ora nè in futuro, dei solti stereotipi che, dal canto loro, sembrano sopravvivere “minacciosi” durante l’ascolto. Tutto questo senza dimenticare di citare “angolature” di sound alquanto originali, che a volte degenerano in discreti sprazzi elettronici e – in alcuni brani – finiscono per ricordare una sorta di death metal di matrice svedese (“Murderbound“, per fare un esempio).
Se quindi new metal è totalmente inadatto e New York hardcore quantomeno fuoriluogo (penso a Sick of it all e compagnia), non posso fare a meno di osservare che la band ha ricomposto a modo proprio varie preferenze musicali, realizzando ritmiche cattive e convintissime che fungono – nel complesso – da stampo identificativo. Tutto questo nonostante alcuni brani sappiano singolarmente di “già sentito”, e mentre riff molto incisivi – come quello di “Everyday struggle” – non riescano esattamente a far gridare al miracolo. Ma c’è davvero bisogno, mi chiedo, di proporre chissà cosa di diverso in questo genere specifico, oppure la sua reale forza è proprio quella di riaffermare – sempre e con convinzione – un’identità che vive di infinite “morti e resurrezioni” più o meno dai primi anni 80?
Di fatto ho l’impressione che la longevità di un genere sia garantita anche da band come questa, nonostante i soliti lamentosi (chiamamoli ipercritici o “tromboni”, se preferite) finiranno per snobbare dischi del genere, in nome di una ricerca evolutiva che nell’hardcore punk finisce per non avere alcun senso.
Ritmiche serrate, moderne e feroci: la più sana old school da un lato, ed un’innovazione “sacrosanta” dall’altro, con strumenti torturati fino allo sfinimento ed una voce sempre ben dosata, tenebrosa e lacerante.
Del resto il genere, di per sè, è per definizione monolitico, e ciò rende molto difficile, obiettivamente, riuscire a proporre variazioni sul tema come è forse più immediato fare nel death metal tradizionale. Un disco che alla fine dice tutto ciò che ha da dire, e potrà essere gradito ad una parte del pubblico punk (quello meno avvezzo alla melodia) e solo ad una piccola porzione di headbanger.

A cura di Salvatore “Headwolf” Capolupo

Band: Inhale Your Hate
Titolo: Denial Solution
Anno: 2011
Etichetta: Autoprodotto
Genere: Metal/Hardcore
Nazione: Italia


Tracklist:

1- Denial Solution
2- Never Falling Apart
3- Fears at mirror
4- Count me out
5- Everyday Struggle
6- Undeleted
7- Memories in the dark (Her memories)
8- Murderbound
9- Shut the fuck up
10- Routine kills
11- Story of a white collar
12- Decimator

Lineup:
John Gaucho: voce
Zampi: basso
Andrea Giarola: chitarra
Renè Bourdarias: chitarra
Mattia Scolfaro: batteria