ASSUCK – Misery Index

ASSUCK – Misery Index

Quando ascoltai per la prima volta “From enslavement to obliteration” (neanche troppi anni fa) ero estremamente curioso di leggerne i testi dal booklet. Mi sembrava quasi impossibile che in quel caos organizzato potessero veramente vivere delle brutali “pieces” cariche di necrologi e anti-sessismo. 

Il grind-core: al di là dell’apparente ripetitività, probabilmente il genere piu originale, completo ed di impatto che si possa ascoltare (qualunque cosa questo possa significare e senza nulla togliere al “resto”). E tra gli innumerevoli gruppi che ho avuto occasione di sentire (tra cui gli italiani Cripple Bastards, di cui considero “Misantropo a senso unico” un capolavoro del genere) questi Assuck entrano praticamente di diritto nella storia del genere: brani brevissimi (15 in tutto, da 30 a 120 secondi ciascuna) ed un impatto assolutamente devastante.

Niente riferimenti esoterici, assoli interminabili nè orchestrali chilometriche: l’immediatezza del punk più crudele (tanto per citarne uno, i Discharge) unita ad un metal diretto, estremo e senza fronzoli. Ed è proprio l’attitudine a farla da padrone, in questi casi: espressioni senza mezzi termini, mera comunicazione di disgusto ed anticonformismo con il linguaggio del growling.

Così, se da un lato i riferimenti ai Napalm Death sono espliciti (ed irrinunciabili), dall’altra l’originalità prettamente musicale viene a volte messa da parte a favore di testi estremamente polemici e ragionati. In sintesi, un’opera fulminea (che ne bilancia l’apparente scarsa fruibilità) ed imperdibile di una band americana “sui generis” (attualmente sciolta). Dischi del genere devono essere “gustati” (?) nel pieno della loro caoticità e disordine organizzato: sicuramente il senso viene colto molto meglio da una certa (grande) empatìa nei confronti loro e del genere che fanno. Altrimenti, c’è in giro dell’altro per voi…

Valutazione:

/ 5

Sito web: Assuck

CORNERS
Time does nothing / but work against me / I wake alone and walk alone / between the walls that / insecurity has built around me / I find all my refuge in corners / It’s the only place /where things meet